Verrà presentato in anteprima al Biografilm Festival, nella sezione Biografilm Italia, il documentario Noci sonanti di Damiano Giacomelli e Lorenzo Raponi (prodotto da Eleonora Savi e Damiano Giacomelli per Officine Mattòli Produzioni e realizzato con il contributo di Fesr Marche – Unione Europea (EU) – Repubblica Italiana – Regione Marche e Fondazione Marche Cultura – Marche Film Commission). Il film racconta la singolare storia di Fabrizio Cardinali e suo figlio Siddhartha, che hanno deciso di vivere lontani dai confort della società contemporanea.
Alla fine degli anni Ottanta infatti, Fabrizio ha fondato una tribù (quella delle Noci sonanti, appunto) per sposare uno stile di vita a contatto con la natura e in contrasto con la frenesia del consumismo imperante. Una scelta radicale con cui, inevitabilmente, ha dovuto fare i conti anche il piccolo Siddhartha (figlio di Fabrizio). Per tutta la durata del film, frutto di due mesi di riprese, la macchina da presa resta vicina ai personaggi, senza rinunciare a un importante rigore stilistico.
Giacomelli e Raponi ci conducono in punta di piedi nella straordinaria normalità della “tribù”, lontana dallo stile di vita della società dei consumi e rispettosa dell’ambiente che la circonda. Un piccolissimo gruppo di persone, di cui Fabrizio è il caposaldo, che accoglie chiunque voglia abbracciare questa filosofia di vita che rimette al centro l’umanità e l’armonia con ciò che ci circonda, in opposizione all’insostenibilità del contemporaneo occidentale.
Al centro della storia c’è il giovane Siddhartha, ritratto in un’estate di passaggio, quando da bambino inizia ad avvicinarsi all’adolescenza. Nella sua “scuola di vita”, verso l’esame finale da privatista, il bambino attraversa e rimette in discussione elementi e convinzioni del suo vissuto. Cresciuto a stretto contatto con la natura, attraverso l’incontro con Sofia Sid si confronta con uno stile di vita lontano dal suo. Una “differenza” che non potrà ignorare quando sarà il momento di formulare le prime riflessioni sul futuro. A riunire padre e figlio c’è un bisogno di stare insieme, di una comunità. Ora utopia, ora possibilità concreta, alla fine risuonano le parole di Fabrizio: “Una noce dentro un sacco poco rumore fa. Ma tante noci insieme suonano”.
“Tutte le scelte preparatorie, produttive, tecniche e di messa in scena, sono andate in questa direzione: essere meno invasivi possibile. D’altra parte, al centro della nostra scrittura – spiegano nelle note di regia gli autori – avevamo una storia e un conflitto potenzialmente universali e comprensibili a tutti: un padre, consapevole e sereno rispetto alla sua scelta di vita, si confronta con la crescita e la continua evoluzione del figlio, che un giorno potrebbe decidere di abbandonare questa via. Un conflitto elementare e profondo.
Questa storia aveva per noi un principio (padre e figlio per come li abbiamo conosciuti: uomini liberi nella natura), uno sviluppo (Sid frequenta l’altro mondo di Sofia e il confronto con il padre) e una fine (l’esame e il ritorno dalla madre) naturali e che dettavano una narrazione classica e lineare. Abbiamo scelto di girare senza troupe aggiunta – concludono i due registi – con due videocamere leggere e poco invasive e microfoni montati in macchina. In questo modo, complice un aggiornamento quotidiano alla scrittura del film, potevamo coprire con due macchine le scene di relazione principali e separarci quando padre e figlio non erano insieme”.
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