La sala alla battaglia per la cultura dell’immagine

Tre autori italiani in concorso a Cannes gettano una luce meno pessimista sul convegno organizzato dall'Anec per parlare della sala cinematografica


Tre autori italiani in concorso a Cannes gettano una luce meno pessimista del solito sul convegno organizzato dall’Anec per parlare della sala cinematografica: una due giorni che ha smosso, oltre agli addetti ai lavori, anche qualche politico di buona volontà per capire come tutelare al meglio il settore dell’esercizio nelle sue diverse articolazioni, in un momento di forti trasformazioni, tra digitalizzazione e grandi concentrazioni. “I tre italiani a Cannes sono un’opportunità per tutto il nostro cinema, il nostro motto dev’essere insieme per il cinema italiano”, ha sintetizzato Francesca Cima, presidente dei produttori Anica nonché produttrice di Youth di Paolo Sorrentino. E ha aggiunto: “Più che chiedere singoli interventi o contributi dobbiamo chiedere una riforma delle regole generali, altrimenti qualsiasi innesto di risorse non cambierà i rapporti di forza”. Sempre a proposito della buona notizia di ieri il DG Cinema Nicola Borrelli ha corretto il tiro rispetto agli entusiasmi: “Siamo contenti per Cannes, ma tra dieci anni non ci saranno un altro Sorrentino e un altro Garrone, se tutti i film, indipendentemente dal costo e dalla forza, vengono trattati allo stesso modo e mandati allo sbaraglio. Un potenziale giovane autore passa ad altri mestieri”.  

Ecco dunque le richieste degli esercenti (Anec, Anem, Acec, Fice) condivise dall’Anica e dall’AGPCI e dalle associazioni degli autori (100Autori e Anac): tutelare il cinema e il sistema sala assicurando efficaci interventi di sostegno; riconoscere il ruolo socioculturale dello spettacolo in sala, promuovendo l’inserimento dell’educazione all’immagine nella scuola; potenziare la comunicazione della cultura cinematografica; prevedere misure per il recupero della redditività della sala (potenziamento dell’offerta nei mesi estivi e della distribuzione dei film di qualità; sostegno alla multiprogrammazione) capaci di risolvere alcune delle attuali criticità; considerare la specificità delle sale di spettacolo e la loro bassa redditività per metro quadrato nel riordino dei tributi locali.  

Molto applaudito l’intervento di Silvia Costa, presidente Commissione Cultura del Parlamento Europeo, che ha raccontato il lavoro svolto in Europa senza nascondere i temi di attrito, specialmente riguardo alla tutela del diritto d’autore, meno sentita da alcuni Paesi e dalle nuove generazioni. Silvia Costa ha sottolineato l’importanza della sala come luogo di socializzazione che, a livello regionale, può essere finanziato attraverso i fondi strutturali europei. Grande attenzione per lei ai temi della media literacy e dell’audience development. 

Sull’educazione all’immagine – uno dei punti caldi – è intervenuto anche il direttore generale Nicola Borrelli, annunciando che si è giunti finalmente a una proposta condivisa col Miur per inserire nel sistema scolastico la materia di alfabetizzazione all’immagine. Inoltre ha detto che il ministro Dario Franceschini ha ottenuto lo stanziamento per risanare il debito dello Stato nei confronti delle sale, in materia di contributi in conto capitale, che verrà ripianato al massimo entro tre anni. Più in generale a proposito del mercato, Borrelli ha evidenziato il problema della carenza di film in estate, aspetto toccato anche da altri interventi, per il quale sono previste misure nei prossimi decreti, e le distorsioni a livello distributivo sulle quali l’Antitrust potrebbe avere modo di intervenire.

Quindi è toccato ai politici dire la loro, a conclusione della mattinata coordinata da Luigi Cuciniello. Lorenza Bonaccorsi, responsabile Cultura del PD, ha insistito sull’importanza dell’alfabetizzazione culturale e dell’educazione alla legalità, sottolineando il ruolo delle sale come presidio culturale. Ma ha anche segnalato la necessità di compiere delle scelte rispetto alle risorse, ricordando che il 46% del Fus va alle Fondazioni lirico-sinfoniche. Roberto Rampi (PD) ha espresso la necessità di un progetto nazionale che rilanci i luoghi di cultura e di incontro; proposta condivisa da Dino Gentile, presidente della Commissione Cultura dell’Anci. Presenti anche Edoardo Sylos Labini, direttore del Dipartimento Cultura di Forza Italia, e Irene Manzi del PD.

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17 Aprile 2015

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