L’Italia è divisa in due. Dopo la secessione tutti i meridionali residenti nella “Repubblica del Nord” vengono rinchiusi in centri di reclusione e sfruttati. Come ad Auschwitz anche qui “Il lavoro rende liberi”.
È lo scenario futuristico di La Repubblica di San Gennaro, film tratto dall’omonima commedia di Gianfelice Imparato, diretto da Massimo Costa e prodotto da Pietro Innocenti della Star Plex.
Nel cast oltre allo stesso Imparato, anche Anna Ammirati, Vincenzo Peluso, Aldo Giuffrè e una Lucrezia Lante Della Rovere in versione biondo platino che ricorda Pris, il “modello di piacere” di Blade Runner.
Interpreta Olga, “Una robotica funzionaria della riserva che si occupa di verificare con test e quiz se i sudisti sono in grado di diventare buoni cittadini del Nord” spiega.
Dopo sei settimane di riprese a Torino, tra fabbriche dismesse ormai reperti di archeologia industriale, la troupe si è spostata a Fiumicino per l’ultimo ciak. Qui abbiamo incontrato i protagonisti.
“Raccontiamo un futuro fatiscente con vene surreali alla Brazil (pellicola di Terry Gilliam del 1985, ndr) ma influenzato anche dalla commedia amara della tradizione italiana” dice Massimo Costa.
Il tema è scottante e a dare il fuoco alla miccia delle polemiche ci pensa Lucrezia Lante Della Rovere che legge il film in chiave decisamente anti-governativa.
“La realtà di questi giorni supera la fantasia. Mi riferisco al dibattito sulla giustizia e a certe dichiarazioni circa la presunta superiorità occidentale. – attacca l’attrice – Non credo che Berlusconi voglia fare delle riserve indiane ma poco ci manca. Non sono mai scesa in piazza né ho fatto politica ma recitare in questo film è anche un modo per esprimere la mia posizione sulla situazione del paese”.
Ma gli altri smorzano i toni: “Il nostro non è un film politico – precisa il regista – Abbiamo evitato ogni visione manichea in cui quelli del Nord sono i cattivi e quelli del Sud i buoni. Anzi, c’è molta ironia soprattutto verso i meridionali”.
Preoccupato per la reazione di Umberto Bossi? “No. Anzi, credo che se Bossi guardasse il film con un pizzico di ironia potrebbe ridere”.
La pellicola, costata oltre 4 miliardi, sarà forse distribuita da 01 Distributions e dovrebbe uscire la primavera prossima.
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