La regista francese Agnès Varda sarà premiata durante il 67° Festival del film Locarno (6–16 agosto) con il Pardo d’onore Swisscom, il riconoscimento a grandi registi del cinema contemporaneo.
Dopo aver lavorato come fotografa di teatro, Agnès Varda debutta alla regia nel 1954 con il lungometraggio La Pointe Courte, con Philippe Noiret, anch’egli al suo primo ruolo. Il film, che vede Alain Resnais al montaggio, s’impone da subito come una delle opere più influenti della giovane generazione francese, i cui gusti e le cui caratteristiche si catalizzeranno presto in quella che verrà definita la Nouvelle Vague.
Spaziando durante la sua carriera fra finzione e documentario, Agnès Varda si è imposta come una delle figure più importanti del cinema francese e internazionale.
L’omaggio che il Festival di Locarno le dedica sarà accompagnato dalla proiezione di una selezione di suoi film: i lungometraggi Cleo dalle 5 alle 7 (1962), Les créatures (1966), Lions Love (…and Lies) (1969), Documenteur (1981), Senza tetto né legge (1985), Les glaneurs et la glaneuse (2000) e Les plages d’Agnès (2008), il cortometraggio Oncle Yanco (1967), nonché i cinque episodi della serie televisiva Agnès de ci de là Varda (2011). Gli spettatori del Festival avranno inoltre la possibilità di incontrare Agnès Varda durante una discussione pubblica.
Carlo Chatrian, direttore artistico del Festival, si è detto “particolarmente felice di accogliere Agnès Varda a Locarno e di poter ripercorrerne la carriera. Narratrice e testimone di tanti fermenti che hanno attraversato il XX secolo, ha fatto della ricerca linguistica e della libertà formale la sua regola. Tanto nei suoi film più noti (Cléo de 5 à 7, Sans toit ni loi) quanto in quelli da riscoprire (Lions Love (…and Lies), Documenteur), tanto nelle finzioni con attori celebri quanto nei documentari (Les glaneurs et la glaneuse), Agnès Varda ci ricorda che il cinema è un atto di creazione che implica il coinvolgimento emotivo e politico del soggetto che sta dietro la macchina da presa o la dirige. In un Festival che vuole essere la casa del cinema indipendente, il Pardo d’onore ad Agnès Varda non è solo il giusto riconoscimento a una figura maggiore del cinema moderno ma anche un preciso segnale di una strada da percorrere”.
La selezione completa del 67° Festival del film Locarno sarà annunciata nella conferenza stampa in programma il 16 luglio.
Gianfranco Pannone con il documentario Sul vulcano - fuori concorso al festival di Locarno e distribuito da Luce Cinecittà - lancia un appello ai politici per sensibilizzarli sulla grave situazione in cui versano quella zona e i suoi abitanti: "Ho preferito raccontare il Vesuvio anche attraverso le parole e gli scritti di tanti artisti e scrittori. Ma affronto anche i problemi che la speculazione ha creato. Parlo delle case costruite sui canali creati dalla lava, racconto la concentrazione di persone che vive in posti che non dovrebbero essere abitati. E questa è politica, politica vera, quella che piace a me"
"Volevo che in Perfidia ci fosse la Sardegna che conosco, che non è soltanto quella colorata, piena di sole e di mare, ma quella grigia, claustrofobica che si respira in certe periferie", così il regista sul suo esordio passato in Concorso al Festival di Locarno e in uscita in sala il 27 novembre con Movie Factory e Il Monello film. La storia, ambientata a Sassari, racconta di un padre e un figlio che, dopo la morte della loro moglie e madre, convivono scoprendo di essere due completi estranei. "Il tempo che stiamo vivendo è fatto di di una cattiveria che s'innesta silente nella società, nella famiglia, fra le persone, che non comunicano più e sono spesso paralizzate dalla solitudine", spiega l'autore
“Qui ci sono molti conti bancari della famiglia Marcos, sareste così gentili da ridarceli a noi, popolo filippino?”, così Lav Diaz, il regista premiato con il Pardo d’oro per il suo From What Is Before. Cancellata l'attesa masterclass con Roman Polanski che, a causa di una polemica montata da un politico locale, ha disertato il festival. Dario Argento ha annunciato che produrrà una serie per la tv americana: una decina di film, uno o due da lui diretti, i restanti affidati a giovani registi di horror indipendenti per il web
Il masterclass di Roman Polanski in programma a Locarno il 31 agosto con la moglie Emmanuelle Seigner, sta rinfocolando polemiche nel ticinese, il bacino d’utenza primo e naturale del festival. Parecchie voci indignate, anche a mezzo stampa, per l’invito al regista che si porta però ancora dietro il peso dell’accusa di stupro a una ragazzina. A protestare anche alcuni politici, come Fiorenzo Dadò, capogruppo del partito popolare democratico. Ma il direttore Carlo Chatrian risponde: "Lo invito come regista ponendo l'accento sui suoi film"