“La régate”: la vittoria di un guerriero


La régate “Agli uomini che non sono mai stati figli, ai figli che cercano un padre”. E’ dalla dedica nei titoli di coda de La régate che si intuisce la carica emotiva e personale del film, oggi in concorso ad Alice nella città . Una storia intensa e coraggiosa che parla di violenza domestica e di conflitto, vissuti in prima persona da Bernard Bellefroid, che firma regia e sceneggiatura.

Protagonista è il quindicenne Alex che vive solo con il padre e da lui subisce incessanti abusi fisici. Il loro è un rapporto complesso: il padre in fondo lo ama, e soffre la sua mancanza, ma non sa esprimere in altro modo la sua affettività, se non picchiando il figlio. Una violenza che non è solo sopraffazione fisica, ma ha a che fare con l’affermazione dell’autorità e con l’incapacità di comunicare la propria sfera affettiva. “Come Alex per anni ho vissuto quella violenza che viene definita domestica – rivela il regista – All’epoca non mi rendevo conto di quanto fosse grave e avevo finito col crederla un linguaggio come un altro”.

E lo sport, in questo caso il canottaggio, è per Alex la via di fuga dall’incubo quotidiano, l’energia positiva che gli consentirà di trovare una via d’uscita non violenta. “Più Alex soffre, e più si concentra nella rincorsa, quasi ossessiva, della vittoria. La sua sofferenza diventa una spinta”, spiega l’attore che l’ha interpretato, Joffrey Verbruggen, che per prepararsi anche fisicamente al ruolo si è allenato tutti i giorni per due mesi. Perché Alex “non è una vittima, ma un guerriero”. Un guerriero che rifiuterebbe la guerra, un disertore, come ama definirsi il regista. Un ragazzo, in fondo, che lotta con se stesso per diventare un uomo libero, e si oppone alla fatalità della violenza subita andando alla ricerca della propria umanità.

La relazione che lega padre e figlio è, da entrambe le parti, fortemente ambivalente: ognuno prova ad uccidere, soffocandolo, l’altro. E la scena dell’immediato pentimento, fatta di un abbraccio struggente e che avviene nel momento della consapevolezza della perdita possibile, è tra le più toccanti del film. “Sono come due leoni che vivono nello stesso territorio e cercano di sopraffarsi – spiega Joffrey -L’unica forma di comunicazione possibile è quella fisica”. E non esiste una via d’uscita serena. La rottura può essere solo lacerante e definitiva. L’unica presa di distanza è la fuga: e così Alex, alla fine, va via dal padre per ricostruirsi altrove.

E l’elemento femminile è la grande assenza del film. Il dolore è tutto maschile, e si rapporta al femminile solo come mancanza (di una madre o di una moglie). “Per la prima volta la donna non è la vittima della violenza ma compare come assenza”, spiega Sergi López, nel film l’istruttore di canottaggio che cerca di essere un riferimento per Alex, e vorrebbe tirare fuori la sua parte migliore. Ma ignora la sua sofferenza privata, e quando la scopre si sente fallito come educatore, e perciò abbandona il suo ruolo forte. “Perché la violenza è un soggetto enorme a cui noi uomini non siamo mai abbastanza preparati”, spiega. “Il mio personaggio è sempre presente e cerca di aiutare Alex a crescere. Il suo dramma è scoprire di aver vissuto accanto alla violenza, e di non averlo capito”. L’aspetto più terribile della violenza è proprio quello di essere brava a nascondersi.

autore
21 Ottobre 2009

Articoli

Una delle illustrazioni del progetto
Articoli

Argento Reloaded by Luca Musk

L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia

Articoli

The Arch., quando gli architetti diventano oracoli

Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre

Articoli

Buon 2018 ai lettori di CinecittàNews

La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.

Articoli

Cattivissimo 3 sfiora i 15 milioni

E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk


Ultimi aggiornamenti