Amata dalla critica e da Pedro Almodóvar, che ha voluto produrre il suo secondo film dopo aver visto La Ciénaga (miglior opera prima a Berlino e L’Avana), l’argentina Lucrecia Martel ha un talento singolare nel cinema contemporaneo. Dotata di uno sguardo spirituale e al tempo stesso carnale, non ha timore di mostrare emozioni oscure e gesti perversi ma immerge le une e gli altri nell’atmosfera banale del quotidiano: la noia, il vuoto, la ripetizione. Matura nell’inesorabile dissezione delle contraddizioni umane, sembra però aver conservato uno speciale rapporto di complicità con le radici inquiete dell’età puberale. La ribellione, le gelosie, le passioni, il segreto… “La prossimità col divino è ciò che rende anarchici i santi e gli adolescenti”, dice.
La niña santa, in concorso a Cannes, sta per uscire in Italia con la Teodora di Vieri Razzini e Cesare Petrillo, anche coproduttori, al 10%, insieme a Tilde Corsi e Gianni Romoli. “Dopo aver distribuito La Ciénaga, abbiamo conservato un rapporto di forte amicizia con Lucrecia – racconta Razzini – così, quando mi ha fatto leggere il copione di questo secondo film, ho deciso subito di entrare nel progetto. Almodóvar è arrivato dopo, a conferma della nostra intuizione”. Razzini, un po’ deluso dalla disattenzione della giuria di Cannes, considera il cinema di Lucrecia “un cinema quintessenziale, che va al fondo delle cose, molto scritto ma anche capace di restituire gli odori e i suoni della vita con straordinaria capacità di osservazione”.
Lucrecia ammette di partire da elementi autobiografici (le vacanze alle terme da bambina, l’asma) per poi trasformarli in un procedimento quasi filosofico. “Per me un film è un processo di pensiero, ma non in senso freddo e intellettuale, perché alle idee attribuisco una componente fisica e persino emotiva”. Quanto ai riferimenti, anche ironici, a una certa morale parrocchiale di cui sono intrise le giovanissime protagoniste, non va visto come un attacco alla religione o alla Chiesa cattolica. “Ma rilevo un paradosso: spesso più ci si interessa alla teologia e alla religione, più ci si allontana dalla Chiesa”.
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