Se si pensa ai film che hanno segnato la storia del cinema italiano (e non solo) la memoria segue due strade: quella del racconto filmico e quella della fotografia di scena. Uno il percorso creativo del regista, l’altro la sintesi rafforzata della storia, che diventa poi “logo” della pellicola e del momento storico che l’accompagna.
Alcuni esempi? I capolavori di Federico Fellini il cui ricordo è legato agli scatti di Paul Ronald, Tazio Secchiaroli, Pierluigi Praturlon detto “Pierluigi”, e Franco Pinna. Lo stesso Ronald immortalò i set di Visconti, Risi. E poi Pasolini, che si affidava sempre ad Angelo Novi.
L’altro obiettivo, quello fotografico, ha raccolto informazioni essenziali dentro e fuori il set, documentando con sguardo autoriale il funzionamento della macchina cinema.
Eppure Robert Capa, fondatore della Magnum, disse una volta che “il fotografo di scena nel set è l’ultima ruota del carro”. E dopo più di 40 anni non è poi cambiato molto. Almeno in Italia.
Ecco perché lo scorso marzo è nata l’Associazione fotografi di scena (AFS). Ecco ancora il motivo per cui oggi a Roma (ore 17.00, ex-chiesa di Santa Marta, piazza del Collegio Romano) l’Anica inaugura la mostra “Stills: gli ultimi vent’anni di cinema italiano raccontati dai fotografi di scena”.
L’esposizione riunisce alcuni tra i fotografi che hanno raccontato il percorso, a tratti non felice, dell’ultimo cinema italiano. Più di 200 foto scattate da 18 artisti diversi.
Tra i tanti: il vincitore dell’ultima edizione del prestigioso World Press Photo Angelo Turetta, figlio spirituale di Michelangelo Antonioni nonché fotografo de I cento passi di Marco Tullio Giordana; Gianfranco Salis, ex-collaboratore di Tazio Secchiaroli e fotografo dei set di Monicelli, Squitieri, Ferreri, Loy, Troisi e Tinto Brass; Umberto Montiroli che ha documentato molti film di Nanni Moretti compreso La stanza del figlio; Claudio Iannone che ha lavorato con Gianni Amelio; Fabio Lovino che ha affiancato Abel Ferrara, Marco Bellocchio e Sabina Guzzanti.
Il 26 gennaio la mostra si sposterà al Palazzo Racani-Arroni di Spoleto. Intanto, si fa strada la possibilità di esportarla negli Usa attraverso l’Istituto italiano di cultura a Los Angeles.
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