Come una ragazzina analfabeta si innamora dei libri al punto da diventare una scrittrice mentre nelle piazze della Germania si accendono roghi dei volumi proibiti (persino il fantascientifico L’uomo invisibile di H.G. Wells) e in Europa si sta per consumare una delle più grandi tragedie dell’umanità: l’Olocausto. È la trama, a grandi linee, di un best seller internazionale, “La bambina che salvava i libri”, dell’australiano Markus Zusak (Frassinelli lo riporta in libreria il 25 febbraio), ora diventato un film, Storia di una ladra di libri, che sarà in sala il 27 marzo con la Fox.
La giovanissima Liesel viene affidata dalla madre, troppo povera per mantenerla, a una coppia di una certa età e senza figli, Hans e Rosa Hubermann. Lui è un imbianchino dal cuore d’oro con la passione per la fisarmonica, lei una lavandaia dai modi bruschi. Liesel viene presa in giro dai compagni di scuola perché è analfabeta, eppure l’oggetto che le sta più a cuore è proprio un libro, “Il manuale del becchino”, che ha rubato durante il funerale del suo fratellino minore. Ma sarà l’incontro con un giovane ebreo a cui i coniugi Hubermann danno rifugio nella loro cantina, a far fiorire la sua istintiva passione per la lettura.
Diretto dal britannico Brian Percival (noto per la serie tv Downtown Abbey) e scritto da Michael Petroni (Le cronache di Narnia: il viaggio del veliero), il film è interpretato da due veterani della scena, come Geoffrey Rush (Il discorso del re, La migliore offerta) ed Emily Watson, e dalla tredicenne Sophie Nélisse (vista in Monsieur Lazhar), che racconta di averci pensato su parecchio prima di accettare la parte. “All’inizio non mi interessava molto fare questo film, faccio ginnastica da quando ho 4 anni e la mia massima aspirazione è andare alle Olimpiadi. Ma piano piano mi sono appassionata al personaggio e alla storia e alla fine, tra il film e la ginnastica, ho scelto il film. Facendolo ho imparato tantissimo sull’Olocausto, un argomento di cui, come molti miei coetanei, sapevo poco o nulla. Avevo letto il libro “La valigia di Hana” in prima media, avevo visto un documentario sui lager, mentre mi preparavo al ruolo ho recuperato i film più famosi, come Schindler’s List, Il pianista e La vita è bella. E poi mia nonna è nata in Belgio durante la seconda guerra mondiale”.
Emily Watson non ha avuto difficoltà a calarsi nel ruolo di Rosa: “Recitare qualcuno che è poco attraente e sgradevole è come indossare una maschera dietro cui puoi lasciarti andare… Anche se a metà riprese ero un po’ pentita di aver accettato, alla fine sono stata felice. Per me è stata l’occasione di studiare la storia e capire dal punto di vista di una piccola vicenda la situazione generale. Rosa è una donna arrabbiata e frustrata, che si trova in una condizione comune a molti in quell’epoca buia. Dopo la prima guerra mondiale dilagava la disoccupazione, la povertà e la tristezza e si cercava un capro espiatorio. Così sarebbe potuta diventare dei nazista anche lei, ma aveva accanto a sé un uomo dalla forte tempra morale e insieme riuscirono a prendere una decisione giusta e coraggiosa, quella di salvare un ebreo”.
Brian Percival si dice “colpito dal potere di questa storia raccontata in modo diverso rispetto ad altri film. Mi interessava mostrare lo spirito indomabile di questa ragazzina che riesce ad affrontare le avversità, ma volevo farlo con leggerezza, senza dare la sensazione di imporre al pubblico un’emozione o un punto di vista. Questo è particolarmente importante quando si comunica con gli adolescenti, che appena sentono puzza di lezione, scappano. Con loro è fondamentale suggerire degli argomenti e poi lasciare che siano loro a volerne sapere di più. Anche per questo non voglio che Storia di una ladra di libri sia descritto come un film sull’Olocausto, anche se fa capire bene come il regime nazista abbia influito sulla vita delle persone comuni: alcuni aderirono al nazionalsocialismo pensando che fosse una cosa buona per loro o per la Germania, altri lo fecero semplicemente per paura, altri ancora si ribellarono mettendo a repentaglio la propria vita, come i protagonisti del film”. Ma Percival spiega anche di essere stato affascinato dalla vicenda di una ragazzina che, pur non avendo alcuna prospettiva futura, riesce a salvarsi in modo creativo. “Io stesso vengo da una famiglia umile e quando sono andato alla scuola d’arte con la passione per il cinema ho conosciuto persone che mi hanno insegnato a guardare il mondo in modo diverso, soprattutto attraverso i libri. Per questo mi sento vicino a Liesel”. Emily Watson, l’indimenticabile Bess delle Onde del destino, aveva già recitato con Geoffrey Rush, in Chiamami Peter. “Anche in quel caso eravamo marito e moglie. Siamo molto affiatati e condividiamo lo stesso senso dell’umorismo. Così ho potuto maltrattarlo senza che si offendesse. Rosa è una donna che non vive nel presente, perché continua a pensare come dovrebbero essere le cose. Ma quando il ragazzo ebreo bussa alla sua porta, comincia a svegliarsi e il suo cuore si apre, arriva quasi a esprimere i suoi sentimenti… quasi”.
Girato negli studi di Babelsberg dove è stata ricostruita la Himmelstrasse, la Via del Paradiso dove è ambientata la vicenda, Storia di una ladra di libri ha una candidatura all’Oscar per la colonna sonora di John Williams, il fedele collaboratore di Steven Spielberg qui in “libera uscita”.
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