Roberto Rossellini è il famoso tombeur de femmes, Anna Magnani la compagna tradita, Ingrid Bergman la nuova fiamma. Il loro melodramma d’amore, alla fine degli anni ’40, è un famoso e popolare scandalo cinematografico-sentimentale, nel quale finzione e realtà si mescolano come racconta La guerra dei vulcani, il documentario di Francesco Patierno, nella sezione Venezia Classici (Documentari), ben costruito con materiali di repertorio e sequenze di film. Lo accompagna sempre in Venezia Classici (Lungometraggi restaurati) Stromboli-Terra di Dio di Rossellini presentato in concorso a Venezia nel 1950, film che, dopo la trilogia della guerra, apre la trilogia della solitudine, che con Europa 51 e Viaggio in Italia, vede il regista attento ai drammi interiori e psicologici, con protagonista di tutti e tre i titoli la sua nuova musa ispiratrice: Ingrid Bergman. Con Stromboli prosegue il viaggio di Progetto Rossellini, voluto e realizzato da Istituto Luce-Cinecittà , Cineteca di Bologna, CSC-Cineteca Nazionale e Coproduction Office, per riscoprire l’opera di un grande autore attraverso il restauro digitale di 10 famosi titoli.
“La guerra dei vulcani”, come titolavano i giornali dell’epoca, ha inizio con una lettera indirizzata a Rossellini dalla star hollywoodiana di Notorius, Casablanca e Intermezzo, e recapitata al regista nel giorno del suo compleanno, l’8 maggio 1948, dalla casa di produzione Minerva: “Caro Signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ‘ti amo’, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei”. Una lettera che colpisce il cuore di Rossellini, lusingato da un messaggio così appassionato, e che scardina in breve tempo il rapporto sentimentale, forse già logorato, e il sodalizio artistico tra Anna Magnani e il cineasta. Intanto Rossellini, dopo aver fatto ‘tesoro’ di un soggetto propostogli dal cugino siciliano Renzo Avanzo ambientato nelle isole Eolie, decide di lavorare alla sceneggiatura di Stromboli con Federico Fellini e Sergio Amidei. A fine settembre a Parigi incontra l’attrice svedese e decide che sarà lei, e non più la Magnani come progettato inizialmente, la protagonista del film. Dunque una star hollywoodiana capace di attirare i finanziamenti dell’industria cinematografica americana. E di lì a poco il sostegno finanziario viene dalla RKO nella persona del miliardario Howard Hughes, ammiratore della Bergman.
La Magnani furiosa non perdona il tradimento del suo ormai ex e la risposta è a mezzo cinema, approfittando del fatto che il cugino di Rossellini, a sua volta tradito, ha deciso comunque di chiedere aiuto agli americani per vedere il realizzato il suo soggetto originale. A Stromboli, che sancisce la collaborazione artistica e sentimentale tra Rossellini e la Bergman, la Magnani contrapponeVulcano di William Dieterle , film da lei voluto e interpretato insieme a Rossano Brazzi, girato in contemporanea in un’altra delle isole Eolie, Salina.
“Non faceva mistero con nessuno della sua rabbia e ogni sera, alla fine delle riprese del film – racconta Brazzi – si metteva sulla punta dell’isola, quella da cui si scorgono in lontananza le altre isole del gruppo delle Eolie, e mandava colorite maledizioni in direzione di Stromboli, dove l’idillio tra il suo uomo e la Bergman aveva avuto il suo momento magico”.
Intanto la storia tra il regista del neorealismo e la diva di Hollywood, sposata con un dentista svedese e madre di una figlia, fa il giro del mondo, e l’America perbenista non perdona all’attrice l’abbandono della famiglia. A farne le spese è la lavorazione di Stromboli, le settimane di riprese da 6 passano a 11. La Bergman è sotto pressione psicologica, fatica ad adattarsi allo stile di lavoro del regista italiano, che non prevede una sceneggiatura precisa, e inoltre è in attesa di un figlio. In più ci si mette il marito che da Hollywood la tempesta di telefonate e lettere, per poi raggiungerla in Italia dove la incontra in un albergo di Messina, presidiato dalla troupe su richiesta di Rossellini.
Procede invece senza intoppi, tranne qualche litigata della Magnani con il regista, la lavorazione di Vulcano. In entrambi i film protagoniste sono due donne: Karin una profuga lituana e Maddalena un’ex prostituta. Entrambe, sbarcate sull’isola in fuga da un pesante passato, si scontrano con l’ostilità della gente locale e le difficili condizioni di vita del posto. Se Karin trova dentro di sé l’energia e la forza di ricominciare, Maddalena più che a rifarsi una vita, pensa con altruismo al futuro della sorella più piccola, e muore durante un’eruzione del vulcano.
All’anteprima romana Il vulcano riceve una tiepida accoglienza e viene presto oscurato il giorno stesso da un lancio Ansa che comunica che Ingrid Bergman ha dato alla luce Robertino Rossellini, primogenito del regista. Non va meglio per Stromboli che si rivela un insuccesso commerciale mentre la critica che un tempo elogiava Rossellini, parla di ‘grave involuzione’. Inoltre quest’ultimo film conosce tre versioni: una americana con numerosi tagli, una internazionale presentata al Lido e in Francia, la più lunga e la più vicina a un’ipotesi di versione integrale, anche rispetto alla successiva italiana.
”Il lavoro d’archivio è stato accuratissimo e la scoperta più bella – spiega Francesco Patierno, autore de La guerra dei vulcani – è la suggestione pazzesca che comunicano gli attori che in realtà in quel momento non interpretano, ma sono loro stessi. Non è un documentario classico perché gli spezzoni, le scene che ho recuperato non sono quelle di attori ma di persone che in quel momento vivevano un pezzo di vita intensa. Il montaggio – conclude il regista – è costruito alternando spezzoni di Anna e di Ingrid, in un dialogo a distanza con Rossellini nel mezzo”.
La guerra dei vulcani è prodotto da Todos Contentos y yo tambien in collaborazione con Cinecittà Luce, Wide House, Centro Studi Eoliano, distribuito da Istituto Luce Cinecittà . Dopo Venezia sarà ai festival di Toronto, Londra, New York, ed è stato già venduto in 12 paesi.
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