“In una coppia ci sono tre tipi di donne: quelle felici. Quelle infelici, che tirano avanti. Quelle infelici, ma che non lo ammettono”.
Di queste ultime si occupa Alex Lippi (il volto fascinoso, e al contempo buffo e gigione, è quello di Romain Duris), un bel giovanotto che, con la complicità della sorella (Julie Ferrier) e del cognato (François Damiens), ha messo su un’agenzia di spezza-coppie professionisti.
Tua sorella sta per sposarsi con un cretino? Nessun problema: dietro lauto compenso, Alex arriva, la seduce a colpi di balle e lacrime facili, le apre gli occhi e lei, stanne pur certo, lascerà l’idiota che stava per impalmarla. Ma attenzione: fare sesso con la donzella non è contemplato, meno che mai innamorarsene. Alex spezza le coppie, non i loro cuori. O, per dirla con le parole del rozzo cognato Marc, “apriamo i loro occhi, non le loro gambe”.
Finché un giorno al dinamico trio non viene proposto un lavoro davvero difficile: Juliette – la bella e brava Vanessa Paradis, cantante di successo e compagna di Johnny Depp, a suo agio anche come attrice brillante – un’ereditiera libera e indipendente, entro dieci giorni sposerà un giovane affascinante che non piace a suo padre, ma che lei ama più di ogni cosa al mondo. E Alex, che dopotutto è un gran tenerone, rischierà di scoprire a proprie spese che in amore il piano perfetto non esiste.
Il truffacuori è una commedia francese divertente e sofisticata, diretta da Pascal Chaumeil, che in patria ha sbancato i botteghini: oltre 20 milioni di euro e 3 milioni di spettatori. E un totale di 48 milioni nel mondo. Girato principalmente a Monaco, ne era costati 8 in totale. Il merito è nella bravura dei protagonisti, ma anche nella gran capacità dell’autore di mettere in scena una storia che riprende temi e atmosfere cari ai colleghi statunitensi – da morir dal ridere la citazione/parodia del classico Dirty Dancing – senza però scimmiottarli. In Italia, qualche fortunato ha potuto vederlo in anteprima a ottobre, al festival France Odeon di Firenze. Ora, in concomitanza con San Valentino – mai data fu più azzeccata – il film esce in sala, precisamente l’11 febbraio con Lucky Red.
“Ho scelto di girarlo soprattutto per il ritmo – ha dichiarato Duris a ‘Ciak’ – Pascal è un impaziente, continua a girare. Ma per me è stata fondamentale la profondità del mio personaggio. Dovevo credere a ogni singola cosa che diceva, altrimenti non sarei riuscito a entrarci. Recitare accanto a Vanessa – dice poi a proposito della sua partner di set – è stato molto bello. Una delle prime scene che abbiamo affrontato è stata quella del ballo. Tra pestoni sui piedi e cadute, ci siamo capiti subito”.
“Alex è sostanzialmente un tipo che ha un sacco di problemi con le donne – dice invece il regista Chaumeil – però è in grado di individuare cosa loro cercano e cosa, per ogni ragazza, rappresenta il ‘principe azzurro’. E quindi per ciascuna di loro può essere l’uomo perfetto, ma solo per un breve periodo. La sua funzione è di far capire alle donne che, da qualche parte nel modo, esistono uomini più giusti di quelli che la sorte ha riservato loro. In questo film c’è commedia, azione, e un sacco di altre cose – continua poi – e la vera sfida è stata trovare l’alchimia tra gli attori. Non è un lavoro difficile in sé, devi solo sperare che scatti. Non sei mai sicuro che la magia accada, è la paura di ogni regista. Ma in questo caso, sia Romain che Vanessa avevano accettato soprattutto perché avevano letto lo script e si erano divertiti. Avevano proprio voglia di girarlo e di lavorare assieme. E il fatto di avere poco tempo per realizzarlo non ha fatto che darci una spinta energica maggiore. Poi c’era da mixare con equilibrio i momenti buffi e divertenti e quelli romantici. Il lavoro si fa sulla sceneggiatura, dove si cerca di trovare il giusto equilibrio tentando fare il meglio possibile in ogni ambito: quando sei divertente, cerchi di essere molto divertente. Quando sei romantico, cerchi di essere molto romantico. Ma non saprai mai se ci sei riuscito finché non è finito il montaggio”.
A giudicare dai risultati al box office, si direbbe proprio di sì.
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