“Abbiamo rifatto All’inseguimento della pietra verde, all’italiana”. Lo dice Christian De Sica, citando il classico d’avventura con Michael Douglas e Kathleen Turner, a proposito di Natale in Sudafrica, ventisettesimo “cinepanettone” in uscita il 17 dicembre in 800 copie, naturalmente con la Filmauro di De Laurentiis, che da sempre produce il genere e in qualche modo lo ha inventato. Il film, diretto da Neri Parenti, per la tradizionale scaramantica volontà del produttore, non lo abbiamo visto, ma immaginiamo che la formula di base sia grosso modo quella a cui siamo abituati. Umorismo di grana grossa, comici di prim’ordine – a fianco all’indiscusso mattatore Christian De Sica troviamo quest’anno Giorgio Panariello, Massimo Ghini e Max Tortora – e tanta abbondanza di grazie femminili, rappresentate da Serena Autieri, da Barbara Tabita e dalla chiacchierata Belen Rodriguez, che si prepara, tra l’altro, alla conduzione del prossimo festival di Sanremo accanto alla diretta rivale Elisabetta Canalis.
Ma, sembrerebbe, stavolta ci sono degli elementi in più: “Abbiamo mescolato la commedia e la farsa all’avventura – riprende il discorso De Sica – C’è l’ambientazione esotica, ci sono gli animali, aeroplani, corse. E poi non interpreto il solito mascalzoncello. Sono il buono, mentre il ‘farabutto’ lo fa Max Tortora, che nel film è mio fratello. E mi sono reso conto che facendo il buono far ridere è molto più difficile. Il diavolo è più affascinante di San Francesco. Per cui abbiamo giocato un po’ sui contrasti, col supporto degli altri. Io sono quello colto, Tortora un semianalfabeta. E quando mi trovo tra Serena Autieri e Barbara Tabita, che parlano una napoletano e l’altra siciliano, in maniera strettissima, e io non le capisco, scatta la risata. Devo dire che è stato faticoso – continua l’attore – L’Africa non è Cortina, né Parigi, e per me che ho 60 anni passare tutto quel tempo in tenda, in mezzo alla giungla e agli animali, è stata dura. E’ un film leggero, ma ho sofferto. Anche perché sono abituato ad avere tutto sotto controllo, il copione in anticipo per studiare a memoria la parte, come mi ha insegnato mio padre, mentre stavolta non è stato possibile perché quest’anno con Neri abbiamo fatto anche Amici miei–Come tutto ebbe inizio. E poi i continui spostamenti, gli imprevisti. Eppure, quando poi lo abbiamo rivisto tutti insieme, mi è dispiaciuto che fosse finito. Credo che il successo sta nel fatto che si vede quanto ci vogliamo bene. Ogni volta è una botta di vitalità, e tra noi c’è vera amicizia. Da questo punto di vista è stata una specie di vacanza”.
Vacanza che, si spera, sarà anche, come sempre, redditizia. “Non temo rivali – dichiara Aurelio De Laurentiis – anche perché il film di Natale è un prodotto particolare, destinato a una particolare fascia di pubblico che ci segue ormai da tre generazioni. Non lo facciamo pensando ai potenziali concorrenti. Si parte a gennaio e il direttore d’orchestra, in questo caso Neri, inizia a comporre la partitura e si preoccupa di tenere il ritmo. Già con Amici miei la cosa è stata diversa, dato che lo abbiamo in cantiere da 10 anni. Così come Io uccido, il libro di Faletti di cui ho comprato i diritti anni fa e che non ho ancora realizzato, perché non ho trovato la giusta chiave per trasporre la narrazione in pellicola”.
Suo figlio Luigi e Neri Parenti, più misuratamente, indicano rispettivamente in Megamind 3D e in Oggi è una bella giornata di Checco Zalone i rivali più temibili.
Nel film c’è anche Laura Esquivel, sedicenne attrice argentina protagonista della telenovela, trasmessa da Disney Channel, Il mondo di Patty. Una piccola novità anche questa, ma non così clamorosa: “Abbiamo sempre inserito uno sguardo al mondo giovanile – precisa argutamente De Laurentiis senior – Pensate solo a Vacanze di Natale ’95 in cui inserimmo Luke Perry, che allora era l’idolo delle teenager”.
“Del resto – gli fa eco Panariello – siamo molto popolari anche tra i bambini. Non posso dimenticare alcune piccole comparse sul set di Amici miei che mi ripetevano a memoria i titoli dei cinepanettoni e anche alcune battute. Personalmente – scherza il comico – ho firmato soprattutto perché c’era Belen. Certo, noi ci si ama da tempo, e questo ha provocato le gelosie di Fabrizio. Scherzi a parte – precisa poi – è stata una nuova esperienza, perché lavorando con Pieraccioni o Salemme, per esempio, ero io il protagonista. Qui bisogna interagire con gli altri, giocare sul ritmo. Il cinepanettone è una macchina perfetta. E poi Neri è un comico, poco prima di girare una scena, viene a suggerirti nell’orecchio come farla meglio”.
Proprio sulla bella Belen sono oggi puntati molti riflettori. Tempo fa si lasciò sfuggire una battuta infelice: “Gli altri recitano, io mostro il mio ‘lato b'”. Oggi l’episodio salta nuovamente fuori.
Lei si difende bene: “Era solo una battuta. Volevo solo esprimere la mia umiltà nel paragonarmi ai veri professionisti. Io potrei solo allacciar loro le scarpe, insomma. Anche con Neri ero molto ansiosa, anche se poi ho scoperto in lui una persona semplice, simpatica, ironica. Durante le prime scene sono stata un disastro. Però ora basta con questa ipocrisia. A tutti piace vedere un bel corpo. Il vero scandalo è chi è in politica ed ha fatto calendari. Lì c’è vero clamore. Io faccio la show-girl. Laura Esquivel è nel film per i teenager. Io ho un altro ruolo, che mio malgrado è quello della bomba sexy. Anche se impazzisco per i piccoli, e mi fa piacere che vengano a salutarmi”.
La difende anche la collega Serena Autieri: “Lasciatele fare il suo lavoro. E’ bella e brava, facciamole fare il suo percorso. Per quanto riguarda me – continua poi la bionda attrice – devo dire che anche questa è stata una grande sfida, un altro tipo di commedia rispetto a quelle che avevo fatto in passato”.
Il film è stato girato coprendo ampie distanze durante la lavorazione: da Kruger Park a Johannesburg passando per il Limpopo e infine Cape Town, usando spesso maestranze locali. Non c’è che dire, davvero una grande avventura.
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