“Non ho molestato Dylan. Le volevo bene e spero che un giorno capisca che sua madre l’ha privata dalla possibilità di avere un padre che l’amava e che è stata sfruttata da una madre più interessata alla sua rabbia personale che al benessere della figlia”. Così, in una lettera aperta pubblicata dal’ New York Times’ Woody Allen si difende dalle accuse che, dalle colonne dello stesso giornale, le ha rivolto la figliastra Dylan di averla molestata quando aveva solo sette anni.
Il regista 73enne risponde alle accuse, che si riferiscono a fatti presumibilmente avvenuti 21 anni fa. Quando con Mia Farrow dopo una relazione di 12 anni “eravamo alle prese con una separazione terribilmente acrimoniosa”, perché lui si era innamorato della giovane figlia adottiva di lei, Soon-Yi, che ha poi sposato e con la quale oggi ha due figlie adottive. Già allora Allen si era difeso e aveva anche “volontariamente accettato il test della macchina della verità, che ovviamente passai perché non avevo nulla da nascondere. Chiesi a Mia di sottoporsi a sua volta, ma rifiutò”.
Allen ricorda che la polizia affidò il caso ad una unità investigativa speciale che dopo mesi di indagine concluse che il regista non aveva molestato Dylan, che probabilmente lo aveva accusato perché era una bimba vulnerabile imbeccata dalla madre. Allen scrive anche che Mia portò la bimba ad una visita medica e lei al dottore disse che non era stata molestata. “Mia portò allora Dylan fuori per un gelato, e quando tornarono la bambina aveva cambiato la storia”. Secondo Mia, le molestie avvennero in una bassa soffitta di una casa in Connecticut, ma lei dimentica, dice Allen, che “soffro molto di claustrofobia”.
E Woody Allen dedica un passaggio anche a Ronan Farrow, oggi 28enne, riferendosi alle recenti affermazioni di Mia Farrow secondo cui potrebbe essere il figlio di Frank Sinatra piuttosto che dello stesso Allen: “Vero, somiglia a Sinatra. Ma se è così, cosa significa? Che durante la battaglia sull’affidamento, lei ha mentito sotto giuramento affermando che Ronan era figlio nostro? Anche se non è di Frank, la sua possibilità solleva il dubbio che andasse a letto con Sinatra mentre stavamo assieme. Senza parlare di quel che ho pagato in alimenti. Mantenevo il figlio di Frank?”.
Allen conclude la lettera affermando che “queste sono le mie ultime parole sull’intera vicenda e nessuno la commenterà o risponderà in alcun modo per mio conto”. Tuttavia, Dylan ha già replicato: in un comunicato alla ‘Abc’ ha affermato che Woody Allen “ha un arsenale di avvocati e addetti stampa, ma una cosa non ha dalla sua parte, la verità” e lei non permetterà “che la verità venga sepolta. Non verrò messa a tacere”.
Il regista australiano, è noto per il suo debutto nel lungometraggio con il musical 'The Greatest Showman'
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