‘La bella confusione’, nel libro di Piccolo il cinema è un’avventura

Nel libro di Francesco Piccolo edito da Einaudi il racconto dietro le quinte di '8 1/2' e 'Il Gattopardo', entrambi diretti nel 1963


È una bella storia, la storia del cinema italiano. Di quelle che oggi, fosse faccenda di Hollywood, sarebbe già serie TV. O almeno un film memoir da grande regista. Non si può pensare altrimenti leggendo La bella confusione di Francesco Piccolo, edito da Einaudi. Perché le notti in auto, con Fellini e Pasolini lungo il mare di Fregene, le vediamo come in un film; immagini formidabili, vere. Per scriverle, Piccolo ha trovato lettere, filmati, interviste, diari. Ha fatto ricerca, e l’ha rispettata. Poi ci si è messo dentro anche lui, e allora sì, per davvero, la storia del cinema italiano è diventata la più bella. 

L’idea di raccontare il 1963 di Claudia Cardinale, divisa tra i set di 8 1/2 e Il Gattopardo, è subito argomentata. Piccolo è l’inciso del racconto. Siede nelle pieghe della storia e intraprende un dialogo, a tratti invisibile, con ogni fatto riferito. In altre parole, è spettatore. E lo spettatore è sempre diviso, vuole sapere di più – cosa sanno quei faccioni dipinti su schermo? – e anche se distante, piccolissimo, si sente capito, spiegato. 

“Ho scritto un libro in cui mi sembrava tutto epico”, ha raccontato in occasione della presentazione del libro allo Spazio Sette di Roma, “ma mi sembra di averlo scritto da lettore, da spettatore di provincia, perché quella distanza col mito del cinema io non l’ho mai colmata. Quando sono arrivato a Roma è morto Fellini, ed è stato il segno di un’epica, di una distanza siderale. Per me, infatti, esiste ancora, sempre il lettore e lo spettatore in una percentuale più alta dello scrittore”. 

La natura auratica ma popolare del cinema italiano (di quel cinema italiano) anima il libro di momenti memorabili, aneddoti da collezionare, anticipati dal significativo ricordo della Cardinale e del Sanremo commentato con Visconti. Fellini e collega sono i due punti – rivali crudeli – per cui passano molte linee della storia culturale italiana, prospere di casualità, imprevisti, incoscienza, desideri. Claudia Cardinale è l’altra spettatrice e in La bella confusione ci guida tra due mondi in apparenza inconciliabili: “Se c’è silenzio Fellini si preoccupa, non riesce a pensare”, mentre “tutti hanno paura di disturbare Visconti, che vuole concentrazione e nessun suono”.

“La bella confusione” era il primo titolo di 8 1/2. L’idea fu di Flaiano, che aveva capito tutto del film molto prima che diventasse, davvero, la bella confusione oggi acclamata. Piccolo se ne appropria, e fa bene. Spiega l’andamento di un racconto breve ma pienissimo, lavoro d’invenzione che incrocia Fellini e Visconti, baccano e silenzio. Nessun film assomiglia tanto a 8 1/2 quanto a Il Gattopardo, ma La bella confusione ne attraversa la distanza con entusiasmo romantico. A a ogni tratto la strada sembra più breve, popolata di circostanze e nodi, paesaggi da scoprire; come fossimo davvero sul lungomare di Fregene, con Fellini al volante.

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