L’oro nero, questo il nome con cui si battezza il petrolio, una maledizione per uno dei Paesi le cui bellezze naturali sono di un incanto mozzafiato. Il Venezuela, uno dei Paesi del Cono Sur, le aree sudamericane al di sotto del Tropico del Capricorno, quale soggetto del documentario diretto da Emiliano Sacchetti, Venezuela, la maledizione del petrolio.
Prodotto dall’italiana GA&A Productions, in coproduzione con Gruppe5/ZDF e in associazione con ARTE, RTS, SVT, NRK, il doc concorre al FIGRA – Festival Internazionale di Grandi Reportage e Documentari, e viene trasmesso lunedì 30 marzo alle 22.40 sul canale History, dopo la presentazione di venerdì 13 al Palazzo dei Congressi di Le Touquet-Paris-Plage, dove anche la produttrice, Gioia Avvantaggiato, è in lizza per il Premio Arnaud Hamelin, conferito al produttore che maggiormente incarna i valori difesi dal celebre fondatore del Festival: tenacità, coraggio, curiosità internazionale e soprattutto indipendenza dai poteri politici, economici o mediatici.
Cascate di un intenso celeste che piombano vertiginose in corsi d’acqua cristallini, scendendo perpendicolari a verticali costoni di roccia di un lucidissimo nero pece o strabordanti di un brillantissimo verde, colore di una flora quasi incontaminata, terra ricca di riserve minerarie e risorse petrolifere: questo lo scenario da paradiso terrestre che incornicia uno dei Paesi più poveri del Pianeta, quasi sull’orlo della banca rotta, con una crisi umanitaria senza precedenti, un’area geografica soffocata da corruzione e miseria, vessazioni economiche e iperinflazione, sul precipizio della guerra civile. Il Venezuela è un Paese in picchiata e senza un paracadute, un caso geopolitico a cui concorrono le grandi potenze politiche mondiali, nel nome del “dio” petrolio, di cui il Venezuela dispone della più grande riserva in assoluto.
Emiliano Sacchetti ci porta a Caracas, alla frontiera con la Colombia e in alcuni dei barrios più rabbiosi al mondo: dopo la morte di Hugo Chávez e la fine della sua Rivoluzione Bolivariana, dal 2014 si scrivono le storie di oltre 4milioni di venezuelani costretti a partire o che si rifiutano di andarsene, storie personali intessute con quelle, mastodonticamente più grandi del singolo individuo, dei grandi giganti politici, economici e sociali del mondo.
Lo sguardo sulla diaspora, la decadenza, la paura, la rabbia, la malinconia, degli esseri umani e dei luoghi, s’alterna alle testimonianze di esperti del settore: il documentario profila per punti l’attuale crisi venezuelana, sfamata da una pessima gestione della ricchezza petrolifera e dai contrasti politici in atto tra il governo al potere e l’opposizione, con le superpotenze mondiali al fianco del rieletto presidente Maduro – appoggiato da Cuba, Russia e Cina – o di quello dell’opposizione e ad interim, Juan Guaidó, sostenuto dagli USA, il tutto nel nome degli interessi personali, perpetrati a spese del popolo, marionetta dei giochi di potere in atto nell’unico Paese al mondo con due Presidenti e due Parlamenti.
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