Dalle pagine di cronaca nera al grande schermo, arriva in sala In nomine Satan, il film d’esordio di Emanuele Cerman, thriller-drama ispirato al caso tristemente noto delle ‘Bestie di Satana’. Tra gli interpreti c’è anche Stefano Calvagna, che ha ideato il plot e scritto la sceneggiatura con Emanuele Cerquiglini. Un fenomeno, quello delle sette esoteriche, in continua ascesa: se ne contano circa 8.000 e il numero va crescendo. “E’ una storia – dice il regista – che ho scritto cercando di rispettare il dolore delle famiglie.
Non solo quelle delle vittime, ovviamente, ma anche quelle dei colpevoli, o addirittura, si potrebbe dire, dei ‘presunti colpevoli’. Già, perché non tutto è sempre scontato come si dice. In Italia manca il coraggio di raccontare il lato oscuro del paese. Ma quando mi accusano due ragazzini strafatti di aver scavato con una pala una fosse che si poteva scavare solo con una ruspa, mi pongo delle domande. Ok, c’erano di mezzo sostanze psicotrope: come le hanno trovate? Chi li ha aiutati? Questa è solo la mia visione. Sono partito dal primo omicidio e poi ci ho costruito una storia mia, basandomi anche sul gran numero di libri, documentari e articoli che sono usciti dopo che la faccenda è venuta fuori. Mi interesso di studi antroposofici e conosco Steiner. La religione luciferina è diversa dal satanismo, è a un livello molto più alto. Ogni culto include il sacrificio, a livello anche simbolico. Anche la massoneria può essere legata al satanismo, ma lì parliamo di situazioni gestite da gente che ha studiato, sapienti e intellettuali. Diverso il caso delle bande di ragazzini, molto più pericolose, che si reclutano via facebook e attraverso le droghe e un libretto di esoterismo da quattro soldi vengono magari manipolate da poteri più alti di loro. Ci vuole poco: in Italia ci hanno abituati che l’esoterismo è il mago Otelma. Secondo il concorso di colpa non esistono condanne ingiuste, ma magari esagerate sì, calcolando che se togli 20 o 30 anni di vita a un giovane, in pratica, lo distruggi. Io comunque rimasi allibito. Naturalmente non è l’ascoltare la musica metal che ti porta a questo genere di deriva: c’è un problema sociale di fondo, l’insicurezza, la poca speranza nei confronti del futuro. Lo vivo anch’io sulla mia pelle, ogni giorno la mia società rischia di fallire. Chiudono i cinema, le librerie, i teatri e aprono locali che vendono alcool e le bische. Stiamo creando dei mostri, l’uomo è sempre meno in contatto con gli altri e sempre più chiuso sull’illusione di sé stesso”.
“C’è un aspetto anche goliardico del satanismo – commenta Calvagna – ma non dobbiamo pensare al satanista come a un tipo necessariamente pittoresco, tatuato e coi capelli lunghi. Ne ho incontrati anche in vacanza, non si definiscono tali e non hanno certo una tessera. Sono irriconoscibili. Potrebbero essercene tra di noi in questa sala”. “C’è esigenza tra gli autori giovani di raccontare anche il sociale – chiude il chief di Distribuzione Indipendente Giovanni Costantino, che porta il film in sala dal 24 aprile – ma tutti vogliono solo Spider-Man. Noi non siamo così, anche perché non abbiamo i soldi. Ma dar spazio a queste voci è la nostra missione e la nostra passione”.
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