L’Italia all’EFM: fin qui tutto bene

Le prime impressioni sul mercato della Berlinale 66 sono entusiastiche, con dati importanti per quanto riguarda il numero di visitatori ed espositori


BERLINO – Sono molti gli enti a sostegno del prodotto audiovisivo italiano che quest’anno hanno unito le forze incontrandosi al Mercato per promuovere al meglio il paese nel settore dell’audiovisivo. 

Abbiamo sentito  rappresentanti e funzionari di alcuni di questi per una visione di insieme su cosa sta accadendo durante questi primi giorni di Festival. “Dopo Cannes questa è la seconda volta che ci presentiamo uniti in un importante mercato internazionale – spiega Roberto Stabile, responsabile relazioni internazionali dell’ANICA –  Ci siamo resi conto che unendo le risorse dei vari enti e soprattutto ottimizzando le possibilità di offrire i servizi di ognuno in base alle esigenze delle istituzioni con cui ci interfacciamo siamo riusciti a mettere insieme una forma ottimale di presenza ai mercati. Ognuno di noi riesce a progettare e fornire le risorse per far sì che gli stand e gli spazi commerciali di rappresentanza che si mettono insieme ai vari mercati possano essere i più adatti possibile senza sprecare denaro. In termini di spazio fisico qui a Berlino siamo un po’ stretti, siamo tanti, ci sono molte aziende, lungometraggi, cortometraggi, cartoni animati, film per la tv. Per il prossimo anno abbiamo chiesto al mercato uno spazio un po’ più grande. Del resto la Spagna lo ha e noi non siamo certo secondi, abbiamo avuto la visita del ministro della cultura tedesco e abbiamo fatto presente questa necessità, e ci sono stati dei buoni segnali. Il prossimo appuntamento è naturalmente Cannes 2016, con un grande spazio più un’area specifica al Riviera dove le imprese che vendono i film all’estero avranno il loro spazio nell’area più prettamente commerciale”.

Particolarmente attiva e impegnata nel settore ecologico la Fondazione Sardegna Film Commission, come ci spiega il CEO Nevina Satta: “Abbiamo portato il catalogo completo dei quaranta tra cortometraggi e serie web, realizzate con Heroes 20-20-20, una produzione esecutiva che abbiamo messo insieme negli ultimi due anni dando a produttori europei e italiani in particolare la possibilità di venire a girare in Sardegna applicando i forma sperimentale il protocollo ‘Green’. Abbiamo promosso con altre Film Commission iniziative relative alla sostenibilità dei set che si sono tradotte per noi nell’opportunità di raccontare la storia degli eroi del quotidiano che nella sostenibilità creano il loro core-business o la loro attività primaria. Essendo noi un’isola è un tema importantissimo. Abbiamo però anche la forza di accompagnare anche alcuni progetti a cui teniamo, in particolare Accabadora di Enrico Pau, presentato oggi da Rai.com per il mercato internazionale e La stoffa dei sogni di Gianfraco Cabiddu, prodotto da Paco e distribuito da Microcinema. Il primo è una storia ambientata nella Cagliari dei bombardamenti americani, l’”accabadora” è la ‘seconda madre’, colei che accompagna alla morte, praticando eutanasia ai sofferenti, che vive lo scontro con la modernità in maniera violenta, qui interpretata da una magnifica Donatella Finocchiaro, con co-produzione olandese. Il secondo si basa sul lavoro svolto da Cabiddu con De Filippo e si ambienta sull’isola dell’Asinara, una location stupenda, con echi di Fratelli Coen e un finale romantico. Sogniamo di Sardegna anche nelle coproduzioni che stiamo lanciando e cercando, ovvero i nuovi progetti di Salvatore Mereu, Paolo Zucca, Bonifacio Angius, Peter Marcias. Dall’animazione al dramma familiare. E poi abbiamo portato anche produttori sardi alle prime armi che stanno lavorando a nuovi progetti e partecipando ai networking events che sono una delle anime più forti della Berlinale. Lo chef stellato Roberto Petza è stato poi scelto dalla Berlinale all’interno delle attività della sezione “Culinary Cinema”, nel progetto dei Food Truck sostenibili, promuovendo un’inedita fusion di sapori della tradizione sarda con la cucina mediterranea proposta dai rifugiati siriani coinvolti nel progetto di integrazione. E poi a presentazione della prossima edizione del MAIA, il prestigioso corso di formazione per produttori europei emergenti finanziato dal progamma MEDIA Creative Europe, di cui la Sardegna è partner strategico, grazie alla ottima esperienza dello scorso anno realizzata tra Cagliari e Chia, con un’intera settimana di incontri e workshop, culminata con un “Pitch&Match”, durante il quale i professionisti isolani hanno avuto l’occasione di raccontare i propri progetti ai produttori internazionali presenti nella formula degli incontri individuali dello “Speed Date”.

Satta ci parla anche dell’Italian Film Commission: “L’attività di networking e la proposta ai produttori internazionali di ciò che i nostri territori offrono si fa sempre più calzante. In un momento in cui le Film Commission a livello nazionale e regionale stanno avendo un importante riconoscimento di legge, Trentino, Roma Lazio, Toscana, Alto Adige, Piemonte, Sardegna, Sicilia sono presenti per raccontare le specificità dei prodotti regionali combinati alle innovazioni del Fondo Nazionale dei tax credit e nel rilancio del sistema Italia come un sistema che non guarda più a essere competitivo ma che lavora in maniera innovativa e strutturata nella cooperazione. Lavoriamo per molti progetti di training e rafforzamento delle competenze professionali dei territori a partire dall’idea che la pubblica amministrazione ha chiuso la porta della burocrazia e sta entrando in modelli economici e amministrativi moderni e credibili. Perché il sistema Italia riscopra il potere internazionale riteniamo che la nostra capacità negoziale sia nella ricerca dei fondi regionali e nella ristrutturazione degli uffici di accoglienza nei territori. Dobbiamo essere garanti e ambasciatori della rete di investitori e imprese piccole che nei nostri territori stanno facendo miracoli economici di sopravvivenza e capacità di rinnovamento delle risorse”.

Specificamente dedicato alla promozione dei corti il lavoro del Centro nazionale del cortometraggio di Torino, di cui ci racconta il direttore Jacopo Chessa: “lavoriamo principalmente come agenzia di promozione del cortometraggio italiano – dice – Veniamo da Clermont-Ferrand, dove si svolge il principale festival dedicato al corto. Berlino non è specificamente dedicato ma ha comunque una sezione apposita, e dunque cerchiamo di correlarci non tanto con i compratori televisivi, che vanno appunto a Clermont, ma con le piattaforme di VOD o gli organizzatori di festival, in particolare quelli dove di corti italiani ne arrivano pochi. Incontriamo i programmer o i direttori e cerchiamo di interpretare le loro richieste. Abbiamo recentemente iniziato anche un programma di distribuzione, e abbiamo recentemente pubblicato un rapporto sull’industria del corto italiano, censendo oltre 700 corti (esclusi quelli evidentemente amatoriali). E’ un’industria che si muove pochissimo sui fondi pubblici, parliamo soltanto di un milione e trecentomila euro tra Ministero e Regioni. Inoltre fin troppo spesso, in Italia, si accavallano la categoria del corto con quella del documentario. Si pensi che è considerato ‘corto’ un film che duri fino ai 75 minuti. In Francia non si deve andare oltre i 40”.

Sempre presente con la sua attività di consulenza anche MEDIA Desk Italia: “Per noi è una Berlinale atipica – spiega Giuseppe Massaro – Dobbiamo recuperare il meeting annuale di Bruxelles che quest’anno non si è tenuto a causa dell’allarme attentati. Ci siamo chiusi in una sala vicino alla porta di Brandeburgo e operato per due giorni su quello che saranno i nuovi bandi, le nuove linee di tendenza generiche a livello di policy e quant’altro. Abbiamo parlato di networking e interscambio tra i vari uffici nell’interesse degli operatori di settore, di come metter su le coproduzioni e fare girare i progetti, insomma stiamo riprendendo possesso del mercato. Inoltre svolgiamo l’abituale consulenza al nostro stand e l’argomento clou è quello dedicato a sostegno di produzione e sviluppo”.

In generale, le prime impressioni sul mercato sono comunque entusiastiche, con dati importanti per quanto riguarda il numero di visitatori ed espositori : oltre 8,500 accreditati professionali da più di 100 paesi, tra cui 1.500 buyer, sono attesi nei nove giorni di mercato dai 543 espositori da oltre 73 paesi. 1.090 proiezioni, di cui 532 sono anteprima, verranno offerte ai visitatori. “E’ un bilancio eccezionale – dice il direttore del mercato Matthijs Wouter Knol – siamo entusiasti per due motivi di come il Mercato è partito: il primo, chiaramente, il numero elevato di visitatori ed espositori, e poi, elemento forse anche più importante, il feedback positivo di tutti i partecipanti. Gli affari vanno bene. Inoltre, la risposta vivace alle nostre iniziative finora prova che stiamo seguendo la strada giusta, espandendo i servizi”.  

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