Dal 15 al 18 dicembre, presso l’Aula Magna del Campus Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena 100/A, Torino), si terrà ‘Schermi oscuri. L’inferno dantesco nel cinema e nei media audiovisivi’, convegno internazionale dedicato alle opere cinematografiche e mediali ispirate all’Inferno di Dante Alighieri, organizzato dall’Università di Torino in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e a cura di Silvio Alovisio, Giulia Carluccio e Stella Dagna.
Dagli albori del Novecento alla contemporaneità la prima cantica della Commedia di Dante ha esercitato una profonda attrazione sulle immagini e i racconti delle produzioni cinematografiche e mediali. L’Inferno rappresenta per il cinema non solo una sfida ai limiti del rappresentabile, ma anche un potente luogo dell’immaginario dove sperimentare, spesso nei momenti di svolta tecnologica o estetica, inedite possibilità espressive.
Se L’inferno prodotto dalla Milano Films nel 1911 è rimasto il riferimento per quegli adattamenti che si sono proposti una messa in scena fedele alla lettera del testo dantesco, la produzione mainstream ha invece più spesso riletto la prima cantica in chiave di racconto morale (per esempio i due Dante’s Inferno statunitensi, quello diretto da Henry Otto nel 1924 e quello di Harry Lachman del 1935; ma anche, indirettamente, Seven di David Fincher,) o come autorevole mito culturale da laicizzare anche con la risata (da Maciste fino a Totò). La produzione più sperimentale, invece, ne ha proposto riletture allucinatorie (The Dante Quartet di Stan Brakhage; Inauguration of the Pleasure Dome, di Kenneth Anger), mentre il cinema di animazione ne ha ricavato ispirazioni molto diverse. La televisione, infine, ne ha tratto spunto per verificare e ripensare il proprio potenziale di divulgazione (oltre alle puntate di A TV Dante di Peter Greenaway e Raul Ruiz, si pensi alla registrazione delle letture dantesche di Vittorio Gassman, Vittorio Sermonti, Carmelo Bene e Roberto Benigni).
Il convegno intende approfondire questo incontro complesso tra il linguaggio audiovisivo e immaginario dantesco da punti di vista diversi ma spesso convergenti: l’animazione e il cinema italiano, ma anche i rapporti con il teatro, le sperimentazioni, i linguaggi del web, il cinema di genere tra riletture dei classici e nuove scoperte filmografiche.
Tre keynote offriranno le coordinate per orientarsi tra questi variegati inferni audiovisivi: Peppino Ortoleva rifletterà sul cinema dantesco come mito ‘a bassa intensità’; Sergio Grmek Germani proporrà nuovi punti di vista sulle letture dantesche del cinema italiano e Lucia Battaglia Ricci approfondirà l’iconografia dantesca e la sua codificazione.
Parte integrante del convegno saranno gli appuntamenti con gli autori e le proiezioni serali al Cinema Massimo. Mercoledì Sean Meredith e Sandow Birk saranno in collegamento per raccontare i retroscena del loro affascinante film di animazione Dante’s Inferno (2007). Giovedì Marco Martinelli del Teatro delle Albe parlerà di The Sky Over Kibera(2019), l’appassionante messa in scena dell’inferno dantesco di centocinquanta ragazzi della baraccopoli di Nairobi. Venerdì sarà la volta di Ted Fendt, che introdurrà Classical Period (2018), avventura intellettuale di tre giovani studenti statunitensi affascinati dalla Commedia. Il film sarà proiettato nell’ auditorium del Campus Luigi Einaudi in anteprima italiana. Sempre venerdì, al cinema Massimo, sarà la volta di Mirabile visione (1921) kolossal muto dedicato alla vita e alle opere dell’Alighieri, con colonna sonora originale composta ed eseguita dal vivo da Fabrizio Modonese Palumbo (viola elettrica, chitarra, synth, percussioni, DJ, voce), Francesca Puppolo (voce, flauto traverso), Paul Beauchamp (elettronica, effetti, live sound).
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