‘L’indomabile’ Cardinale: un libro la racconta

L’attrice, nata il 15 aprile 1938, protagonista di un volume che si avvale della cura della figlia e di prestigiosi contributi, tra cui quello di Giorgio Armani. L’edizione è Cinecittà-Electa


Il vento che scarmiglia i capelli sul viso, nascondendo e svelando un sorriso, forse una risata per quanto si mostri contagiosa allo sguardo: lo spirito che dà titolo al volume bilingueClaudia Cardinale. L’indomabile (The Indomitable), è riflesso in forma d’immagine e fermato nello scatto che vive in copertina (un posato in studio del 1964, dall’archivio Reporters Associati & Archivi). E il vento, non a caso, soffia anche nelle parole della PrefazioneVento del Sud di Claudia Squitieri, curatrice del libro (edito Cinecittà – Electa, pp.192, euro 50) dedicato alla mamma, Claudia Cardinale

I primi piani di Claudia Cardinale sono intrisi di perenne magnetismo, nelle donne che è stata per Fellini (8 ½), Visconti (Vaghe Stelle dell’Orsa e Il gattopardo), Leone (C’era una volta il West), Comencini (La ragazza di Bube), Zurlini (La ragazza con la valigia).

Di pagina in pagina, c’è Claudia allo specchio, Claudia in spiaggia, Claudia che stringe la mano al Bell’Antonio (Mastroianni, di Mauro Bolognini), Claudia scalza, Claudia in mise da grande soirée con Franco Cristaldi, Claudia in vetrina, Claudia all’aeroporto, Claudia che spicca nel mazzo di fotoreporter che cercano lo scatto perfetto di lei con Audrey Hepburn, Claudia in bianco e nero, Claudia a colori, come con Pasquale Squitieri (suo secondo marito, papà della curatrice del volume), sul set del Gesù di Nazareth di Zeffirelli.

“Il tema dell’indomabilità raccontava ai miei occhi la sua vita quanto la sua carriera. Sono consapevole che tale caratteristica, per chi non la conosce, e magari si appresta ora a scoprire tra queste pagine il suo percorso, possa apparire una scelta non immediatamente comprensibile. Pertanto, cercherò di spiegare le mie motivazioni e, soprattutto, di far emergere la profonda e indomabile essenza di Claudia”, scrive nelle prime righe della Prefazione la figlia, che poi, addentrandosi dentro le trame della definizione, giunge a specificare che “L’indomabilità di Claudia è un fil rouge che può essere rintracciato nel corso di tutta la sua vita, a volte è filo sottile – cucito nei rivestimenti interni dei suoi abiti su misura – altre volte è dirompente come la risata di Angelica in Il gattopardo. Lo si può ritrovare nelle scelte della sua vita come nei suoi personaggi, quasi un gioco di rimbalzo. Infatti, pur non mescolandosi del tutto, Claudia attrice e Claudia donna si anticipano, si rincorrono, si sovrappongono e si sorreggono a vicenda”, continua ancora la Squitieri, così sfamando quella ricorrente questione che – banalmente, ma nemmeno troppo – fa spesso domandare al pubblico, alla critica, se e quale sia un confine tra la persona e il personaggio, o il mestiere, e per Claudia Cardinale ecco impressa un’attendibile e interessante risposta. 

Questa Claudia, quella narrata da sua figlia, scorre – come un filo rosso appunto -, nella sequenza delle varsatili 103 fotografie complessive che abitano il volume di quasi 200 pagine, e che corrono tra le righe dei racconti di pugno – di René de CeccattyEntrata Trionfale, di Masolino D’AmicoPrimo incontro, di Barbara CorsiSupercardinale, di Cristina JandelliLa ragazza dea, di Caterina D’Amico e Silvia D’Amico BendicòClaudia in America, di Jean A.GiliIl colpo di scena. L’incontro con Pasquale Squitieri, di Sergio ToffettiClaudia e Pasquale. Sud Side Story, di Julia GuillonDal bikini a Giorgio Armani, di Giorgio ArmaniClaudia per sempre – soprattutto concentrandosi nel capitolo finale del libro, intitolato anch’esso L’indomabile, che “si scrive” di soli scatti da pagina 143 a 188.

Le immagini a corredo iconografico del libro provengono dall’Archivio Luce – Cinecittà, da quello Giorgio Armani, del Museo Nazionale del Cinema, del CSC – Cineteca Nazionale (fotografie Archivio Frontoni), da Pascal Gely, da Reporters Associati & Archivi Srl, e da Supernova Films

Sono Jean A.Gili e Sergio Toffetti, storici del cinema, a trattare l’affair Squitieri, la storia, personale e professionale, di Claudia Cardinale con Pasquale, suo secondo consorte – e autore di 12 film con lui regista e lei interprete – nonché papà della curatrice. Lo studioso francese racconta la relazione evocando Il colpo di scena, così titola il suo contributo: il carismatico avvocato Pasquale Squitieri – formazione alla Giurisprudenza che ricorre nel senso della legge e della giustizia spesso soggetto delle sue opere cinematografiche – “inizia la sua carriera grazie al sostegno di Vittorio De Sica con Io e Dio”, conoscendo poi Claudia nel ’73 dopo il successo di lui per Camorra: “è lo stesso Cristaldi – il primo marito, ricordiamo – a imporre Claudia (allora trentaseienne) nella speranza di dare nuova linfa alla carriera della sua attrice facendola lavorare con un giovane regista impegnato e popolare allo stesso tempo”, ma se “Il primo incontro è disastroso”, la signora Cardinale non ha dubbi: “Con il nostro incontro sono diventata donna”, una donna che per lui, come lo stesso Squitieri si rese presto conto, “ha lasciato tutto”. Nella trama sentimentale di questa storia, avvincente e appassionante come un film ma vera come solo la realtà è capace di essere, “Il potere di Cristaldi scava un vuoto intorno alla giovane coppia, ma soprattutto intorno all’attrice. Nessuno vuole alienarsi il grande produttore” però “Zeffirelli andrà controcorrente e le offrirà un piccolo ruolo in Gesù di Nazareth”, di cui – a pagina 99 del volume – c’è proprio uno scatto di Cardinale e Squitieri – lei in costume di scena, lui in borghese – che testimonia quella stagione della loro vita. 

Sergio Toffetti, poi, parla di Claudia e Pasquale e della loro Sud Side Story, più con riferimento cinematografico che intimo, infatti scrive che “con I Guappi già si delinea chiaramente il ruolo originale di Claudia Cardinale in un cinema che ha tutte le caratteristiche del ‘maschilismo sudista’, salvo ruotare sempre attorno a una figura di donna non riconciliata, che in una società violenta sa rendere gli schiaffi che prende, e rifiuta gli schemi di sottomissione, tenendo testa ai maschi: e già il plurale sottolinea un superamento del perbenismo tradizionale”, ma anche la scelta di investire un’interprete, Claudia Cardinale appunto, di un’eco civica che non si limiti alla narrazione filmica ma che, riflessa nel concetto dell’indomabile, sia specchio anche della Claudia femmina sociale.  

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