L’INAUGURAZIONE


Il look Frida sulla nuova era della Biennale. Sia Armani che Valentino si dicono ispiratissimi dai colori sgargianti e dalle atmosfere etniche della pittrice messicana, mentre le celebrities – come ora usa chiamare i Vip – sbarcano dalle Citroen d’ordinanza senza rischiare caviglie slogate in passerella: tra loro Gwyneth Paltrow, Francesca Neri, Valeria Golino, Gong Li, Sofia Loren col figlio Dodò. Ma il bello della diretta sta nel ritardo che farà slittare di mezz’ora tutto, cena di gala compresa. Moritz De Hadeln lo attribuisce (ironia svizzera?) al traffico del Lido, mentre Bernabè si scusa con garbo e senza ulteriori spiegazioni. C’è chi sospetta sia tutto un capriccio promozionale della Miramax.
Ritardi a parte, l’avvio della 59^ Mostra, in esclusiva su Raisat, è filato liscio e senza gaffe memorabili, tranne una falsa partenza della proiezione ufficiale. Stefania Casini, dall’esterno del Palazzo ha gestito l’attesa di Salma Hayek e compagni con stoicismo. Guido Barendson, dal palco, aveva pronto un discorso sulle “aspettative e attenzioni superiori agli anni passati, inevitabili dopo un cambiamento di vertici deciso appena quattro mesi fa”. Ha promesso che “saranno i fatti a parlare”. Cioè i film.
Assente il ministro Urbani, che sarà al Lido per il convegno organizzato dal Sole 24 ore il 2 settembre, è stato Gianni Letta, ma a titolo personale, a elargire sorrisi e strette di mano “politici”, addirittura un abbraccio per il boss del produttori hollywoodiani Jack Valenti. Gabriella Carlucci si è detta colpita da una Mostra “molto ben organizzata” di cui le piacciono “soprattutto i film”. Vittorio Sgarbi, fischiato al passaggio, ha paragonato Frida Kahlo a Modigliani, “personaggi prima che artisti”. E ha lanciato l’ennesima frecciata al ministro che lo dimissionò.
Backstage. Quanto ai discorsi ufficiali, Bernabè ha ricordato come nei prossimi mesi sarà lanciata un’iniziativa per far partecipare i privati alla Biennale. “Lo Stato – ha detto il presidente – ha altre priorità e potrà ridurre le risorse, ma la Mostra, che compie settant’anni, è patrimonio storico del paese e deve divenire patrimonio condiviso”. Una battuta anche per il direttore: “essendo berlinese ha portato un pezzo di Muro qui al Lido”, ha detto Bernabè riferendosi ovviamente al discusso pannello alto cinque metri innalzato di fronte al Palazzo. Al che De Hadeln ha proposto di venderlo a pezzetti, come si faceva alla Porta di Brandeburgo. Quindi spazio alle tre giurie con Gong Li che ripete i nomi dei colleghi con incontaminato accento mandarino e azzarda però un “grazie” in italiano.
Come sempre, gli applausi più sentiti sono per le glorie di ieri. Sofia Loren in rosa e puntualissima – anche se è l’unica che potrebbe permettersi ritardi – e poi il Leone alla carriera Dino Risi, già simpatico in un video celebrativo, figuriamoci di persona. Ci allieta con una definizione di cinema da antologia. Una via di mezzo tra l’orologeria di precisione e la tratta delle bianche.

autore
29 Agosto 2002

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