Patrizio Oliva, il famoso ex pugile – tra i professionisti campione Italiano nel 1981, europeo nel 1983 e mondiale nel 1986 – è il protagonista della favola allegorica Il flauto di Luciano Capponi, in sala dal 17 ottobre.
Oliva veste i panni di un netturbino, Gennaro Esposito, inconsapevole eroe che salverà l’umanità. C’è infatti un luogo in cui le anime attendono, senza memoria, prima di nascere. Una multinazionale gestita da alieni decide chi e quando deve nascere: il progetto è lo sfruttamento, il controllo e la globalizzazione totale del pianeta Terra.
A cambiare le cose, prima in maniera impercettibile poi sempre più deflagrante, sarà un netturbino morto di fame, ispirato a “La livella” di Totò. Gennaro con la sua ignoranza, con la sua semplicità e la sua innocenza, aiutato dall’alieno che lo ha traghettato in quel luogo e che ‘tifa’ per la razza umana, sarà in grado di sovvertire il perfezionato meccanismo che sottomette le anime, aiutandole a ricordare e contagiandole come un virus, il virus della libertà.
Il regista, Luciano Capponi, è autore sia di cinema che di teatro e televisione, musicista e compositore. La sua multiforme attività include realizzazioni teatrali, televisive, cinematografiche e colonne sonore per la radio, la televisione, il teatro e il cinema. “Ho scelto di raccontare una favola (non capisco perché bisogna chiamarla fantasy) senza gli isterismi narrativi che imperano nel cinema, il dolore delle piccole storie private, i piagnistei, la cruda rappresentazione della contemporaneità in nome del politically correct – spiega Capponi – Raccontare senza temere la pausa, inserire un ritmo costante e mai accelerato e non cedendo ai compromessi delle clip, degli spot, della tivù. Proteggendo l’attore e nutrendo il “sentimento”, non la “ragione”. Morbido il dolly, lieve il carrello”.
Il flauto è una produzione indipendente, tutti i partecipanti lo hanno fatto gratis, diventando di fatto, produttori.
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