Sarà inaugurata il 25 aprile con la pellicola Aberdeen di Pang Ho-cheung (Hong Kong) e chiuderà il 3 maggio con il fantasy peplum Thermae Romae II di Takeuchi Hideki (Giappone) la 16/a edizione del Far East Film Festival, la maggiore rassegna europea di cinema popolare dell’Estremo Oriente proposta a Udine dal Centro espressioni cinematografiche. In arrivo oltre 60 titoli della migliore produzione asiatica: blockbuster, futuri film di culto, promettenti esordi e “fuori pista” d’autore. Nove diverse realtà produttive (Hong Kong, Cina, Giappone, Corea del Sud, Thailandia, Malesia, Indonesia, Filippine, Taiwan) per uno sguardo a 360 gradi, “che non discrimina le opere commerciali di qualità – ha spiegato la presidente del Cec Sabrina Baracetti – ma punta a mettere a fuoco l’intero arco della produzione asiatica sia in versione più colta, che popolare”. Quest’anno, per la prima volta, anche il documentario: in programma tra gli altri Boundless (girato sui set di Johnnie To) e The Search for Weng Weng. Per gli amanti della musica colta, sugli schermi il coreano Hello Orchestra?!, riflessione sull’arte e commovente descrizione di un’orchestra di bambini. Il doppio focus dell’edizione 2014, invece, sarà dedicato al cinema hongkonghese, con un omaggio a Dante Lam e con un ospite d’onore che di quel cinema è uno dei più amati protagonisti, Fruit Chan, con il nuovo The Midnight After, di cui a Udine sarà presentata la versione definitiva, dopo il passaggio al Festival di Berlino.
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
In programma una Masterclass di Enzo d’Alò e la proiezione del restauro di Vito e gli altri di Antonio Capuano, realizzato da Cinecittà
Tra i protagonisti Michele Placido, Francesco Costabile, Bruno Bozzetto, Marianna Fontana, Marco Amenta. In programma la proiezione del restauro di Milano Calibro 9
La cineasta tedesca riceve la Laurea Honoris Causa all’Università di Firenze e si racconta sul palco in un dialogo a tutto campo con Piera Detassis