“Lo scrittore messicano Octavio Paz diceva: ‘La memoria è un presente che non finisce mai di passare’. E noi, grazie a questo accordo faremo conoscere al mondo, sul canale video online più diffuso, la storia, la cultura e il cinema italiani, valorizzando insieme a Google l’immenso patrimonio audiovisivo dell’Archivio Luce Cinecittà , creato nel lontano 1924″. Così Rodrigo Cipriani Foresio, presidente di Istituto Luce-Cinecittà, saluta nella sede del MiBAC la partnership tra le due società che rende accessibili oltre 30mila video sul nuovo canale www.youtube.com/cinecittaluce
Sono dunque consultabili 40 anni di fimati che raccontano non solo la grande storia del nostro Paese, ma l’evoluzione della società italiana in tutti i suoi aspetti, grazie ai Cinegiornali Luce (1927-1945, 17mila titoli della durata complessiva di circa 400 ore) e alla Settimana Incom (1946-1964, 14mila titoli per circa 350 ore). Per Nicola Borrelli, DG Cinema-MiBAC, si tratta di un’iniziativa importante e innovativa con un partner di prestigio internazionale. E lo testimoniano i primi dati citati dal presidente Cipriani: in 10 giorni 500mila persone hanno già consultato su YouTube i filmati dell’Archivio Luce.
Il Fondo Luce è stato nominato tra l’altro dalla Commissione Italiana Unesco come il candidato ufficiale italiano per l’inserimento nel Registro Unesco ‘Memoria del Mondo’ (Unesco Memory of the World), il programma dell’Unesco volto a individuare e tutelare il patrimonio Memoria del Mondo.
Testimonial della partnership Paola Cortellesi che dopo aver commentato con ironia le immagini di un ‘Grande Fratello del 1942″ con protagonista una ‘famigliola’ borghese di 18 figli ripresa al rientro del capofamiglia, aggiunge: “I giovani più politicizzati sono abituati a confrontarsi e scontrarsi in rete sui grandi eventi del ‘900 – ricorda l’attrice – è allora importante poter accedere ai filmati di ‘come eravamo’, per saperne di più”.
“Grazie a questo accordo contribuiremo attraverso la nostra piattaforma mondiale a preservare la cultura e la storia locale, in questo caso italiana – sottolinea Carlo d’Asaro Biondo, presidente per l’area Seemea (Sud e Est Europa, Medio Oriente e Africa) di Google – Arte, cinema, sport, costume, politica, insomma la vita dei nostri genitori e nonni è resa disponibile in rete alle generazioni future, rispettando il diritto d’autore. Una memoria e un passato che non possiamo permetterci di perdere nel tempo e che come Google siamo orgogliosi di contribuire a tutelare”.
Federica Tremolada, responsabile partnership di YouTube in Italia, sottolinea che gli utenti di YouTube navigheranno in modo semplice all’interno di una mole così vasta di documenti storici, grazie ad apposite playlist tematiche. Inoltre la tutela del copyright è garantita dal Content ID. Grazie a questa tecnologia gratuita di identificazione audio e video del contenuto di YouTube, ciascun titolare può rivendicare la proprietà dei propri contenuti e di conseguenza decidere come gestirli. Tre le opzioni in campo: controllo del video; monetizzazione attraverso la pubblicità; blocco dei contenuti utilizzati senza autorizzazione. Alcune eloquenti cifre di YouTube: 72 ore di video caricate ogni minuto nel mondo; 3 miliardi di ore spese ogni mese sul sito, 800 milioni di utenti e oltre 30mila partner nel mondo.
Per il giornalista ed ex dirigente Rai Giovanni Minoli si tratta di un accordo naturale e fisiologico perché una piattaforma come YouTube ha bisogno di essere di continuo nutrita di contenuti, soprattutto per tutti quei giovani che sempre di più studiano e si laureano, utilizzando materiali e immagini di storia italiana.
“Poter generare dei ricavi attraverso la pubblicità e senza nessun costo per noi, credo che questo sia un bell’esempio di cultura sostenibile e accessibile a tutti. Le persone, soprattutto i giovani, cercano contenuti su Internet – conclude il presidente Cipriani – Bisogna trovare le formule giuste per adempiere alla nostra missione istituzionale: promuovere la storia e il cinema italiano. L’istituzione deve essere un aggregatore di energie e un facilitatore all’innovazione”.
Alla presentazione della partnership c’erano anche Roberto Cicutto, AD di Istituto Luce Cinecittà, Rossana Rummo, DG degli Archivi, e Edoardo Ceccuti, direttore dell’Archivio Luce.
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