L’amore di Placido infiamma la critica

L’amore tra Dino Campana e Sibilla Aleramo divide, crea perplessità, critiche spietate o passionali consensi. Un viaggio chiamato amore di Michele Placido ha infiammato, per la prima volta dall’inizio del concorso veneziano, le penne dei critici italiani.
Fabio Ferzetti del Messaggero: “Il film rende con finezza, per piccoli tocchi la mentalità dominante… la loro furia. Sarà il festival, isterico e affollato a non offrire più la cornice giusta?”. Gian Luigi Rondi del quotidiano Il Tempo: “Il testo rischia di essere ripetitivo… Risolve però e riscatta la fervente regia di Placido che è poi riuscita a trasformare le esasperate passioni di quei celebri amanti in un vero psicodramma, con due interpreti d’eccezione“.
Maurizio Cabona scrive sul Giornale: “Il titolo giusto sarebbe Del noioso amore. Anche girando solo in un teatro di posa, però, da un “amour fou” nella prima guerra mondiale fra un giovane letterato e una donna sposata e più vecchi di lui si poteva trarre un vero film. Questa era la trama de Il diavolo in corpo. Solo che il regista era Claude Autant-Lara”.
Tullio Kezich sul Corriere della sera: “Bravissimi interpreti, reggono il vibrato della vicenda con viscerale partecipazione e ne trasmettono il dolore e la pietà… Un film che rivela un insolito spessore intellettuale senza mai diventare intellettualistico”.
Roberto Nepoti su La Repubblica: “Placido non ci dice nulla di nuovo né sulla poesia, né sull’amore”.
Infine Lietta Tornabuoni de La Stampa: “Buona regia, bella intepretazione, perfetta fotografia, valori produttivi impeccabili: ma è mal scritto, mal costruito e questo lo rende a volte pesante, noioso”.