Bilancio positivo per il RIDF, Rome International Documentary Festival, secondo i direttori artistici, Christian Carmosino Mereu ed Emma Rossi Landi. “Una manifestazione che parte piccola, senza grandi finanziamenti pubblici, ma con l’esperienza precedente del Mese del documentario come bagaglio e quindi con un seguito di amici documentaristi e spettatori che hanno voluto premiare questo esperimento. Inoltre sottolineo che abbiamo avuto come sede una sala di quartiere, come il Delle Province, a Piazza Bologna e anche questa è stata una scommessa”.
La cerimonia di premiazione, condotta da Luca Ragazzi e Gustav Hofer, ha segnalato i migliori titoli dei due concorsi, uno internazionale, l’altro riservato alle opere italiane. La giuria, presieduta da Bill Morrison e composta da Daniela Bassani (montatrice del suono), Gianfranco Pannone (regista), Florencia Santucho (direttrice del Festival Internazionale del Cinema dei Diritti Umani di Buenos Aires) e Roberto Silvestri (critico cinematografico), ha decretato vincitore assoluto Charm Circle di Nira Burstein (Miglior film internazionale), una interessante e coraggiosa autofiction in cui l’autrice, al suo debutto, ci porta dentro le dinamiche di una famiglia newyorchese disfunzionale, la sua. Non senza autoironia a con momenti drammatici e devastanti, facciamo la conoscenza con il padre Uri, musicista ebreo rimasto al fianco della moglie affetta da problemi psichiatrici, e delle due sorelle, una delle quali sta per sposarsi con due donne. Una famiglia anticonformista e bizzarra, ripresa nell’oggi ma anche raccontata con filmini amatoriali dell’infanzia e adolescenza di Nira.
Kristos, l’ultimo bambino di Giulia Amati (Miglior film italiano) ruota attorno all’esperienza singolare dell’unico allievo di una scuola elementare sull’isola di Arki, abitata da 30 persone e 1000 capre.
Gli altri premi vanno a Ultraviolette et le gang des cracheuses de sang di Robin Hunzinger (Miglior montaggio); After a Revolution di Giovanni Buccomino (Miglior suono e Premio Augustuscolor); Les Enfants terribles di Ahmet Necdet Cupur (Miglior fotografia e Premio Zalab); Erasmus in Gaza di Matteo Delbò e Chiara Avesani (Premio AAMOD). Il Premio del pubblico è andato invece a Dear Mama di Alice Tomassini. Oltre ai premi in denaro, Augustus Color ha assegnato €1000 euro in servizi di Postproduzione, Zalab la distribuzione di un film sulla piattaforma zalabview.org e l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) tre minuti a scelta del proprio materiale (del valore di 7.500 euro) per la realizzazione di un’opera.
I direttori artistici, parlando con Cinecittà News, media partner della manifestazione, sottolineano anche il successo delle masterclass, che hanno visto confrontarsi Bill Morrison e Alina Marazzi, Costanza Quatriglio e Sabrina Varani sulla relazione tra direttore della fotografia e regista, Aline Hervé e Beppe Leonetti sul montaggio (con interventi appassionati anche del veterano Roberto Perpignani). “E’ stato interessante – afferma Carmosino – portare un autore che lavora con immagini sperimentali, tra documentario e videoarte, come Bill Morrison al Centro Sperimentale. Le altre due masterclass sono state più tecniche ma si è parlato del dispositivo cinema tout court sia con Quatriglio e Varani sia con Hervé e Leonetti. C’ stata anche una affollata tavola rotonda con i documentaristi che ha segnalato una nuova generazione di autori che si vuole dare appuntamenti fissi. Ci sono tante associazioni consolidate, come Anac 100autori e Doc/It, quindi non vogliamo creare l’ennesima associazione ma un momento di scambio totalmente informale. Vogliamo anche vedere film insieme, confrontarci sul senso di quello che facciamo. Negli ultimi anni – prosegue Carmosino – si sono fatti grandi progressi in termini di sostegno al documentario, un ulteriore step sarebbe finanziare i progetti senza una sceneggiatura perché spesso è impossibile scrivere un dossier quando si comincia a lavorare, ci sono documentaristi che vincono festival internazionali e poi hanno difficoltà ad accedere ai fondi perché non scrivono. Il ministero dovrebbe riconoscere il valore di questi autori e dare un anticipo sulla base di una traccia”.
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