Dove finisce l’American Dream? Secondo Stefano Cravero e Pietro Jona in Ecuador, a Cotacachi, un piccolo paese situato a più di duemila metri nella Sierra andina tra due vulcani, popolato da una folta comunità di indigeni e di statunitensi. Una storia originale, raccontata nel documentario Country of Old Men, prodotto da Enrica Capra per GraffitiDoc e Rai Cinema, presentato durante la 29esima edizione del Trieste Film Festival, e vincitore di una menzione speciale al Premio Corso Salani.
Tra i monti della Sierra, infatti, in meno di 10 anni, si sono trasferite alcune centinaia di pensionati americani o – come preferiscono chiamarsi tra loro – economic refugees, che parlano male lo spagnolo, amano i cani, cercano la tranquillità in comode case con giardino, fanno feste con il circolo di cucito, parlano con i nipotini rimasti negli Usa e scappano da un Paese in cui hanno lavorato tutta la vita, ma dove non possono mantenersi con la pensione.
Sono anziani americani delusi, appartenenti alla classe media, che, come tanti altri occidentali di quella età, si trasferiscono nei paesi poveri, perché non riescono a sostenere il tenore di vita al quale erano abituati prima della crisi economica. Concentrandosi sulla vita di tutti giorni di questa piccola comunità, il documentario si chiede se sia davvero possibile replicare la propria vita ed essere felici a migliaia di chilometri da casa, in un contesto completamente diverso da quello di partenza, realizzando il sogno americano, lontano dal Paese che l’ha generato.
Il racconto delle vite e delle relazioni dei protagonisti dipinge il ritratto di una micro comunità che si fa metafora della moderna società occidentale, costretta a fare i conti con la crisi dei suoi valori, il benessere economico, la sicurezza, le libertà individuali, la realizzazione personale, a contatto con un mondo ‘altro’ dove si sono rifugiati, ma cui non sentono pienamente di appartenere.
I protagonisti di questo racconto corale sono: Michel, un ex culturista, cantante e produttore televisivo di Los Angeles, che vive a Cotacachi come avrebbe voluto vivere a Hollywood, in una casa piena di oggetti esotici, con una governante che prepara piatti italiani e una fontana in stile Borromini al centro del giardino.
Bruce e Claudia, due tipici granparents americani che trascorrono le giornate cucinando torte, guardando il baseball in tv, parlando con i nipotini rimasti in Usa e approfittando dei prezzi bassi della sanità per operarsi all’anca.
Diane, una degli psicologi di supporto dopo la sparatoria alla scuola di Columbine, che ha portato con sé dagli Stati Uniti un jukebox enorme per danzare insieme al marito, felicemente incredulo quanto lei che in Ecuador le armi siano illegali.
E Cynthia, condannata a vivere in un ospizio a casa sua, ha compilato per la prima volta la domanda del passaporto e si è trasferita di punto in bianco a Cotacachi, dove è diventata l’animatrice del club del cucito e la pet sitter della città.
Country of Old Men è il film d’esordio alla regia di Stefano Cravero, classe ‘77, montatore di documentari, che collabora, tra gli altri, con Susanna Nicchiarelli, la vincitrice del premio Orizzonti a Venezia, e di Pietro Jona, classe ’69, fonico e filmmaker freelance, che ha curato anche la fotografia del documentario.
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