“Ho voluto raccontare la complessità della convivenza tra Occidente latino e Occidente Bizantino. Il rapporto tra ideali e realtà nelle due culture è radicalmente opposto”. Krzysztof Zanussi, cineasta di pellicole come L’anno del sole quieto, vincitore a Venezia del Leone d’oro nel 1984, anticipa alcuni temi di Persona non grata. Il film, in attesa di una risposta da parte dei selezionatori della prossima Mostra del cinema, è frutto di una coproduzione italo-russo-polacca che vede coinvolti Istituto Luce, Tor Film e Trite Film di Nikita Michalkov. “Protagonista è un vice ministro russo, interpretato dallo stesso Michalkov”, racconta il regista ospite del Giffoni Film Festival. La storia, girata tra Mosca, Varsavia e Montevideo, mette in scena intrighi internazionali e traffici d’armi, in particolare elicotteri MI 42 e gli italianissimi Agusta. Ma a Venezia, proprio in concomitanza con i festeggiamenti per il 25° anniversario della nascita di Solidarnosc in Polonia, approderà forse nella sezione Nuovi Orizzonti anche un altro lungometraggio: “Si tratta di un’opera collettiva – ha continuato il cineasta – un film ad episodi realizzato da 12 registi tra i quali, Machulski, Wajda e io stesso”.
Il titolo, Persona non grata, richiama fatalmente il documentario di Oliver Stone appena uscito nelle sale italiane…
…ma i due lavori non hanno nulla in comune. E’ una formula presa a prestito dall’ambiente diplomatico. Il protagonista del mio film, 25 anni prima aveva svolto le funzioni di ambasciatore russo in Polonia esibendo tutta la sua simpatia per Solidarnosc. Ma era un vero entusiasta del movimento guidato da Lech Walesa o si tratta di pura apparenza? Così, l’uomo dovrà fare i conti con sé stesso e la propria memoria. L’espressione ‘Persona non grata’ in questo caso indica la difficoltà a riconoscere e accettare il passato di questa persona e della generazione a cui è appartenuto.
Perché ha scelto proprio Michalkov per vestire i panni del suo protagonista?
Al pari di Vittorio Gassman, Nikita che conosco da moltissimi anni possiede un talento d’attore animale. Le sue qualità coincidono con il personaggio che volevo rappresentare, un uomo che conquista tutto e tutti, le donne come i politici, senza alcuno sforzo. Michalkov con il suo atteggiamento espansivo rapisce sempre il suo pubblico, al pari degli attori statunitensi. Un tratto molto russo e nordamericano, e poco europeo. L’Europa di oggi è disfattista, non ha star ma interpreti chiusi in interni. Il protagonista di questa storia è un vero mistero, è sospettato di aver avuto un ‘affaire’ con una donna a cui non si doveva avvicinare e anche di essere una spia.
Il suo è un film d’azione.
Ho cercato di adeguare la mia scrittura per creare maggiore ritmo. Credo che Persona non grata risulterà più accessibile rispetto alle mie precedenti pellicole.
La storia si svolge anche a Montevideo. Come è caduta la scelta su quella location?
Due anni fa la Cineteca nazionale uruguayana aveva organizzato una personale dei miei film e mi aveva invitato. In quell’occasione mi sono convinto che avrei dovuto girare lì una parte del film. Mi serviva un luogo isolato, lontano ma allo stesso tempo che desse una sensazione di Europa. L’Uruguay, che viene chiamato la Svizzera dell’America Latina, da questo punto di vista era perfetto.
Tra gli altri componenti del cast c’è anche Remo Girone…
Veste i panni di un ambasciatore italiano, compagno di una donna che rivelerà tutte le sue doti di manipolatrice.
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