Kristin Scott Thomas, un coro di resilienza e complicità femminili

Moglie di un colonnello, madre di un militare caduto: lei è Kate Barkley, una calzante Kristin Scott Thomas (Il paziente inglese, Ti amerò per sempre, Quattro matrimoni e un funerale), volitiva e un po’ buffamente arrogante, quanto irresistibile e coraggiosa, certa che “progettare è tutto”, soprattutto quando il proprio marito sta partendo per una missione in Afghanistan.  

“So che la moglie del colonnello di solito non si sporca le mani ma…” Kate vorrebbe dare supporto alle altre mogli, nella sua stessa condizione d’attesa resiliente: sono donne, talune poco più che figlie, ma tutte mogli e madri, che tra le mura sicure di una cittadella militare, la base in cui vivono, costruiscono la propria quotidianità nell’attesa, con una sottotraccia perenne di apprensione, perché non sempre le connessioni satellitari e le comunicazioni sono libere, perché un telefono che squilla o un campanello che suona innescano sempre un sussulto, e quindi “meglio tenersi occupate, così si ha meno tempo per pensare…”, ribadisce Kate, alla sua quinta missione del marito, ma la prima senza il figlio Jamie, perso nell’ultima. 

Con lei, le altre mogli di Flitcroft, e anche Lisa (Sharon Horgan), consorte di un sergente, madre di un’adolescente, con cui la moglie del colonnello costruisce il duo portante per la nascita del “Flitcroft Choir”. Kate vs Lisa, e viceversa: due visioni opposte del metodo, chi fedelissima al solfeggio tradizionale e alla direzione enfatica con le mani, chi – non sapendo nemmeno leggere le note – opta per provare direttamente a cantare senza spartito. 

Un coro nato per mutuo soccorso, un nucleo di resistenza e complicità femminile, laddove non  manca anche un aspetto di contrasto, eppure questo coro merita di esibirsi, fuori dal centro ricreativo della base: prima ancora che possano essere le stesse coriste a pensare ad un’esibizione più importante, le loro prove sono casualmente ascoltate da un militare alto in grado e così arriva per loro l’invito a cantare al “Concerto della Memoria”, appuntamento in onda tv dalla Concert Albert Hall. 

Sulle note delle prove alla base, di Only You e Time After Time, la Hall londinese si riempie del canto di Home Thoughts From Abroad, brano originale composto dalle stesse mogli assemblando pensieri dalle lettere scambiate con i propri mariti al fronte.

Da queste storie è nata la serie BBC The Choir: Military Wives, e un brano che ha realmente scalato le classifiche del Regno Unito. Da questa storia, di reale vissuto, nel mondo si contano oltre 2300 donne che cantano in 75 cori di mogli di militari, dalle Falkland a Cipro.  

La sfida delle mogli, tratto da una storia vera, per il grande consenso ai cori delle consorti dei militari, che riscuotono – da una decina d’anni – grande successo, è sceneggiato da due donne, Rosanne Flynn e Rachel Tunnard, e diretto Peter Cattaneo, regista di Full Monty; in Selezione ufficiale alla Festa del Cinema di Roma lo scorso autunno, disponibile in streaming dal 25 aprile, e per quattro settimane, sulle principali piattaforme digitali: SKY PRIMAFILA PREMIERE, TIMVISION, CHILI, HUAWEI VIDEO, RAKUTEN TV e INFINITY.

Dopo Un figlio di nome Erasmus, in questo particolare periodo anche per la distribuzione, Eagle Pictures sceglie un secondo titolo con cui uscire on demand.