CANNES – Capelli cortissimi e ossigenati, un top beige abbinato a un vestito lungo, metallico, in stile sirena: l’ex diva dei teenager Kristen Stewart ormai consacrata al cinema d’autore – soprattutto grazie a Olivier Assayas che l’ha voluta nei suoi due ultimi film – ha presentato al Festival di Cannes il suo debutto alla regia. Un cortometraggio di 18 minuti dal titolo Come Swim che ha portato in una gremitissima Sala Bunuel le suggestioni di un ragazzo “intrappolato” e attratto dall’acqua, in molte sue forme. Dopo un incipit con un’enorme e inquietante onda nera al ralenti, compare il giovane uomo sott’acqua, poi seduto in ufficio mentre è intento a dissetarsi, poi ancora assetato in un deserto, con una suadente voce off che lo invita a nuotare. “Volevo catturare un pensiero ossessivo in un’immagine – ha detto l’attrice – e quello che ho pensato potesse essere solo un’immagine nella mia testa, era in realtà qualcosa di più”. E a giudicare dalle immagini che scorrono sullo schermo, la novella regista era più preoccupata di esprimere uno stile che di farsi capire. In sala, circondata dalla giovanissima troupe che ha lavorato al suo corto, Kristen Stewart non ha risparmiato sorrisi e non ha negato selfie a nessuno, con quei capelli tagliati cortissimi per le esigenze del ruolo nel disaster movie Underwater.
Alcuni dei più interessanti film del 70° Festival di Cannes arrivano nelle sale della Capitale (fino al 18 giugno) e a Milano (dal 17 al 23 giugno) grazie all'Agis e all'Anec con la classica rassegna, che nel capoluogo lombardo è dedicata quest'anno alla memoria del decano dei critici Morando Morandini
Giunta alla 21ma edizione, Le vie del cinema da Cannes a Roma (14-18 giugno) porterà in alcune sale romane e laziali una selezione di film provenienti dal 70° Festival di Cannes, che saranno proiettati in versione originale con sottotitoli. Le sale coinvolte sono il Giulio Cesare, l’Eden e il Fiamma di Roma, l'Etrusco di Tarquinia, il Palma di Trevignano e il Corso di Latina
"Non c'è solo satira in The square c'è anche un contenuto che volevo trasmettere. Volevo fare un bel film. E poi non si vince una Palma d'oro senza contenuti". Così un eccitato Ruben Östlund, il regista svedese che si è portato a casa la Palma d'oro, ha commentato il premio. Dividerebbe la Palma con qualcuno, magari con Haneke? "No, no con nessuno, è solo mia"
“Ho amato 120 battiti al minuto dall'inizio sino alla fine, non mi sarebbe potuto piacere di più”, ammette il presidente di giuria lasciando intuire la sua preferenza. Per poi aggiungere tra le lacrime, in ricordo degli attivisti che negli Anni ’90 lottarono per rompere l'indifferenza sul tema dell'Aids: “Campillo ha raccontato storie di eroi veri che hanno salvato molte vite"