Kristen Stewart, “Personal shopper” alle prese coi fantasmi… e con i fischi

Cattiva accoglienza a Cannes per il nuovo film di Olivier Assayas , in cui l'attrice di Twilight è una ragazza che gestisce il guardaroba di una celebrità mentre cerca di elaborare un lutto


CANNES – L’accoglienza è stata delle peggiori che si possano ricevere al Festival di Cannes per Olivier Assayas e Kristen Stewart, la sua nuova musa che, dopo la convincente prova in Sils Maria, è assoluta protagonista di Personal Shopper, in corsa per la Palma d’oro. L’attrice esplosa con Twilight e ora richiestissima dal cinema d’autore è presente in quasi tutte le inquadrature (e spessissimo da sola) del thriller psicologico del cineasta francese, nei panni di un’americana che a Parigi gestisce il guardaroba di una celebrità mentre cerca di elaborare il lutto per la scomparsa del gemello Lewis.

E’ talmente sola e incapace di recidere il legame da passare le giornate ad attendere segnali soprannaturali dal fratello. E’ in cerca di un centro emotivo e di se stessa – anche fisicamente, come dimostra una scena di sesso solitario – ma comunica quasi solo attraverso il suo smartphone, su cui riceve messaggi ossessivi da uno sconosciuto che potrebbe essere un fantasma. “Se li ricevessi davvero sarei terrorizzata – ha detto in conferenza stampa – sul set ero adrenalinica, in ansia per quello che accadeva. Olivier, con cui ho un’intesa magnifica, volutamente non rispondeva alle mie richieste di spiegazioni: in questo modo mi motivava come attrice e riusciva ad accendere una sorta di fiamma in me. Quando lavoro con lui ho l’impressione di creare e non di seguire un copione”.

Bionda platino, con gli occhi resi ancora più intensi da un forte trucco, Stewart aveva salito la Montée des Marches già qualche giorno fa per Cafè Society di Woody Allen, e presto la vedremo in Billy Lynn’s Long Halftime Walk di Ang Lee: “Avere tanti film da girare è inebriante. Non voglio esagerare, ma al tempo stesso ho l’impressione di riuscire a fare tutto, persino di ricaricare le batterie. Negli ultimi mesi tra Allen, Assayas e l’impegno per Chanel sono stata sette ore sul set e non mi sono mai sentita meglio”. Per non parlare della massiccia attenzione mediatica di cui è oggetto, ancor di più dopo la sua relazione con Soko.

Ma oggi la protagonista è la ragazza che deve affrontare i suoi fantasmi sullo schermo, e che per farlo si è messa letteralmente a nudo. “Questo è un film sulla ricerca di sé, dell’identità – ha detto – Volevo mostrarmi nella versione di me stessa più nuda possibile”. Senza imbarazzi, perché “tutto è molto cerebrale, Maureen prende coscienza così del suo lato animale, per il resto è una giovane particolare, assediata dal suo lutto e dal legame con il fratello che sembra non spezzarsi mai, in una solitudine incredibile che quasi le impedisce di parlare. Il suo modo naturale di comunicare è attraverso il telefonino, è un po’ una disadattata”.

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17 Maggio 2016

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