Esce il 15 novembre Klaus, primo lungometraggio di animazione prodotto da Netflix e diretto dal co-creatore di Cattivissimo me Sergio Pablos, che ebbe per la prima volta l’idea del progetto nel 2010. Il film è stato prodotto interamente a Madrid, in Spagna, e realizzato da un team internazionale composto da alcuni dei più talentuosi disegnatori a mano provenienti da tutto il mondo. Il film introduce uno stile unico che unisce tecniche d’animazione tradizionali (disegnate a mano) con tecnologie all’avanguardia. Tra le voci italiane – alcune incaricate di presentare il film in conferenza stampa – ci sono Marco Mengoni, Francesco Pannofino, Ambra Angiolini, Neri Marcorè e Carla Signoris.
La sinossi fa presupporre un film ‘propedeutico al Natale’, e noi non sveleremo troppo, affidandoci a quanto riportato dai comunicati ufficiali. Jesper (Mengoni) si distingue alla Regia Accademia Postale come peggior studente e viene mandato in servizio in un’isola ghiacciata oltre il circolo polare artico, dove i litigiosi abitanti si parlano molto di rado e si scrivono ancora meno. Jesper sta per gettare la spugna quando trovo un’alleata in Alva (Angiolini), un’insegnante locale, e conosce Klaus (Pannofino), un misterioso falegname che vive da solo in una casetta piena di giocattoli fatti a mano. Queste improbabili amicizie faranno tornare il buonumore a Smeerensburg, generando nuove abitudini caratterizzate da vicini generosi, tradizioni magiche e calze appese al camino con trepidazione.
La conferenza è aperta da un messaggio del regista, che scusandosi per l’assenza racconta come l’idea è nata: “In Spagna – dice – non avevamo Babbo Natale, è una figura che si è manifestata da noi piuttosto tardi. Ho pensato a una specie di prequel che ne raccontasse le origini e unisse umorismo e sentimento. I miei riferimenti sono i classici di Natale, da Miracolo nella 34ª strada e La vita è meravigliosa”.
“Sono nato il 25 dicembre – racconta Mengoni – il che significa che ho avuto un’infanzia ‘infelice’, si festeggiava sempre il compleanno di qualcuno di più importante di me. Non so cosa riceverò per questo Natale ma aver portato le mie corde vocali a questo progetto è già un regalo grandissimo. Il personaggi mi somiglia: è un viziato bipolare, ma molto sensibile. A livello mentale è un lavoro molto stancante. Ma è un mestiere che mi piace”.
Più che cantare, gli chiediamo? “In questo film non si canta e io sono più a mio agio – risponde – paradossalmente se sei un cantante sei portato anche a scrivere e comporre quello che canti, mentre se doppi un film devi cantare quello che è stato scritto da altri. Con la voce parlata, da doppiatore, mi sento più a mio agio”. E in effetti la prova è buona, molto più di quella, un po’ controversa, prestata nel campione di incassi Il re leone.
“Mi ha permesso un riscatto – prosegue Mengoni – qui avevo molte battute, il personaggio parla veloce, è una cosa del tutto diversa rispetto a Simba. Mi sono impegnato e sono migliorato, spero si senta. Se mi daranno l’opportunità di doppiare di nuovo qualcosa lo farò. Ieri ho visto il film per intero e mi sono concesso un po’ di sana emozione. Soprattutto quando poi ti arrivano i complimenti dei professionisti. Mi serve a darmi la carica e a darmi fiducia, perché sono uno che vede il bicchiere mezzo vuoto, di solito”. Tra i progetti presenti e futuri di Mengoni, una serie di podcast dal titolo ‘Il riff’, che lo vede a intervistare personaggi famosi, naturalmente il tour, che ora parte con una seconda porzione, e la riedizione di ‘Atlantico’, il suo cd ora corredato di 19 pezzi registrati live. “Questi sono i miei regali di Natale – conclude Mengoni – le esperienze meravigliose che mi concede la mia carriera”.
Pannofino interpreta il personaggio di Klaus: “anche a me piacerebbe cantare – dice – ma ha ragione Marco quando dice che il doppiaggio è faticoso. A volte fai sforzi incredibili, come quando ho interpretato il diavoletto in Mucca e Pollo”. Per Pannofino nell’immediato futuro c’è la versione teatrale di Mine Vaganti dove, dice “interpreto il ruolo che era di Ennio Fantastichini, un grande attore e un grande amico, il che rende questa versione particolarmente importante per me e prestigiosa”.
“Rinascendo farei la cantante – commenta Signoris, che ricordiamo per il personaggio di Dory nella saga di Nemo – il doppiaggio è un mestiere a parte: devi essere multitasking, guardare la luce rossa, leggere le labbra del tuo personaggio, il testo e magari in cuffia sentire l’originale. Dico sempre che una session mi farà dimagrire, per quanto è faticoso, ma accetto di buon grado come in questo caso, anche perché mi affascinava l’idea di interpretare una ‘cattiva’, che in originale è doppiata da Joan Cusack. Mio figlio ha pianto vedendo il film, è un film di emozioni forti e soprattutto leva dalle scatole l’idea del Babbo Natale ‘commerciale’ reinventato dalla Coca-Cola”. Signoris parteciperà con un cameo al musical in lavorazione di Nicola Abbatangelo, Land of Dreams, prodotto da Lotus, ma “non posso proprio dire di più”, commenta l’attrice.
La conferenza è moderata dal giornalista Oscar Cosulich, esperto di animazione, che sottolinea come questo sia solo l’inizio di una lunga stagione che vedrà Netflix produrre altri grandi film di animazione, tra cui c’è il Pinocchio di Guillermo Del Toro, atteso per il 2021.
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