“Sono veramente commossa di ricevere questo premio da Isabella Rossellini, sono sconvolta in senso positivo” così ha esordito la regista francese Justine Triet premiata questa sera dal Teatro 5 di Cinecittà con il David al miglior film straniero, conquistato con Anatomia di una caduta. La regista ha poi voluto interrompere i propri ringraziamenti con “una piccola digressione”, prendendo del tempo sul palco “per parlare dell’ammirazione per Alice Rohrwacher, che amo follemente”.
“Ho una passione per lei – ha proseguito Triet – è una cineasta fantastica e ho amato La chimera“. Triet ha poi raccontato di essere da sempre una grande appassionata dei film di Michelangelo Antonioni. “C’era una frase che mi ossessionava di Monica Vitti: avrei voluto che tutti quelli che ci hanno amato fossero di fronte a me. Non capivo questa cosa, ma c’è qualcosa di bello nell’immagine di essere circondati da ciò che abbiamo amato. Mi rendo conto che il mio film non è un luogo confortevole in cui abitare, ma mi ha messo in contatto con delle persone di tutto il mondo, è la forza del cinema che crea legami”.
Non ci sono state grandi differenze tra la prima votazione dei candidati alle cinquine e quelli definitivi eccetto per gli attori, Mastandrea e Colangeli erano primi ma poi non hanno vinto
La parola a Chiara Sbarigia, Nicola Maccanico, Piera Detassis, Antonio Albanese, Susanna Nicchiarelli, Michele Riondino e molti altri
Il protagonista di Comandante sul red carpet dei David 69
Vincitore del Premio David di Donatello per il Miglior suono assieme ai colleghi del Cinefonico Maricetta Lombardo, Daniela Bassani e Mirko Perri, Pallotto ci ha raccontato il lavorato su Io, Capitano