Tre cantanti per gli aiuti umanitari. Sono loro, quelli di Il mio nome è mai più, che con questa canzone scritta per Emergency hanno incassato due miliardi, già utilizzati per la costruzione di un ospedale in Afghanistan, dove una guerra subdola e quasi sconosciuta dura da vent’anni e conta un milione di vittime. Sono Jovanotti, Ligabue e Piero Pelù, sbarcati al Lido, insieme a Serena Dandini e Lella Costa, per ricordare ancora una volta chi è Emergency e l’urgenza della realizzazione dei suoi impegni umanitari nel mondo.
Anche l’operazione in Afghanistan – l’ospedale ha cominciato a funzionare il 15 dicembre scorso – che servirà a salvare numerose vite umane, non si è ancora conclusa, la gestione del nosocomio necessita di 120 milioni al mese.
Per capire, aiuta la visione di Jung (Giang), che significa guerra, film documentario di 130 minuti per la regia di Fabrizio Lazzaretti e Alberto Vendemmiati coprodotto dal Raitre, rete che lo manderà in onda domenica 10 settembre in prima serata. Bambini senza gambe, senza ginocchia, giovani disperati la cui vita è menomata per sempre. Immagini di povertà, di fame e di guerra tra le quali si muove con incredibile semplicità Gino Strada, il chirurgo che ha fortemente voluto l’associazione e l’ospedale. Donne come fantasmi coperte da capo a piedi (altro che chador) tutte uguali, tutte anonome, inesistenti. Ma che quando hanno il coraggio di scoprirsi il volto e parlare sono straordinarie.
Il prossimo obiettivo è un ospedale nella Sierra Leone, dilaniata dalla guerra da 10 anni. “In questo progetto ci sono tre parole chiave – ha detto Roberto Zaccaria, presidente della Rai – Rai, Emergency e Inter, più grazie a Milly che a Massimo Moratti (presidente dell’Inter, ndr)”. Oltre ai due miliardi, infatti, sono stati raccolti altri 400 milioni, grazie alla Fondazione Moratti, presieduta da Milly Moratti: i soldi sono stati raccolti da donazioni fatte dai giocatori dell’Inter e da multe che la società ha affibbiato ai calciatori nel corso dell’anno.
“Siamo qui come esche vive – scherza Jovanotti – speriamo di convincere molte persone a vedere il documentario su Raitre. È un film, una storia, più che un documentario classico. Bello, emozionante, toccante, per niente retorico. Emergency è un’associazione unica e seria. Trattiene pochissimo per le spese d’ufficio, il 5%, vanta numerosi volontari. Spero che l’iniziativa abbia un gran successo di pubblico. L’impegno per noi in fondo è stato minimo, una sola settimana di registrazione”. E per il futuro? “Ci sono molte ipotesi – spiega Lorenzo – vorremmo far vivere il marchio di Il mio nome è mai più e farlo diventare un album, aprendo la via ad altri artisti per collaborare con noi”.
Anche Ligabue, abbronzatissimo, consiglia la visione del documentario. “È solido, in questo somiglia a Gino e a Emergency. Lui, che ha fatto migliaia interventi chirurgici in condizioni precarie. Il documenario ha una funzione importante. La nosta società conta 51 guerre in corso. Pochissime di queste guerre sono famose. Quando si parla di Afghanistan sembra non sia il nostro mondo”. Poi aggiunge: “È giusto che sia la Rai a proporlo, è in linea con il suo ruolo civile nel nostro paese”. Traspare il loro coinvolgimento sincero nell’iniziativa. Anche Pelù interviene: “Ci sono ancora 110 milioni di mine antiuomo sparse per il mondo. E almeno altrettanti potenziali morti. Il mio nome è mai più è stato importante per il nostro percorso artistico, ma soprattutto perché ha consentito di recuperare moneta contante e veloce. Sarebbe bello in futuro arrivare prima nei posti e non quando tutto è ormai irrimediabile. La guerra è difficile da fermare, ma non significa che non dobbiamo provarci. Quello che conta è crederci. E il tam tam tra le persone”.
L’atteso concerto insieme dei tre cantanti? “Ci stiamo ancora pensando. Lo faremo soltanto se canta anche Gino, ma lui è perplesso, vista la sua somiglianza con Guccini…”.
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