Jim Sheridan tra religione, Brexit e mèlo

The Secret Scripture, il film dell’irlandese Jim Sheridan con protagonisti Rooney Mara e Eric Bana, viene presentato oggi alla festa del cinema di Roma


The Secret Scripture, il film dell’irlandese Jim Sheridan con protagonisti  Rooney Mara e Eric Bana, viene presentato oggi alla festa del cinema di Roma. Adattamento cinematografico de ‘Il segreto’ di Sebastian Barry, racconta la storia di una donna anziana confinata in un ospedale psichiatrico, che scrive un diario segreto tra le linee della Bibbia che le viene data in dotazione, ripercorrendo la sua vita tormentata tra gli sconvolgimenti politici e religiosi della Irlanda durante gli anni 1920. Fanno parte del cast Vanessa Redgrave, Rooney Mara, Eric Bana, Theo James, Aidan Turner e Jack Reynor. Tormentata durante la guerra civile irlandese, ripudiata dal marito, innamorata del pilota Michael Eneas, e segnata da una vita di solitudine e povertà fino all’accusa di infanticidio che le aprì le porte dell’ospedale psichiatrico, Rose è presa in cura dal dr. Grene. Le sue ricerche non coincidono con i racconti della  donna, facendo emerge a poco a poco una sconvolgente verità.

A tratti simile al Philomena di Stephen Frears, il film si presenta come un mélo un po’ di maniera e dal finale shockante ma un po’ frettoloso. Per ammissione dello stesso regista ci sono molti cambiamenti rispetto al romanzo: “E’ scritto molto bene – dice Sheridan durante un incontro – ma abbiamo sentito l’esigenza di modificarne alcuni passaggi, soprattutto nella ‘backstory’. Abbiamo accorciato i tempi, quello che nel romanzo avviene in centinaia di anni qui succede in un anno soltanto. Anche la figura del prete è diversa. Nel romanzo è un elemento vecchio e conservatore, qui lo abbiamo reso un uomo innamorato. Penso che al cinema un po’ tutti i personaggi siano lo stesso personaggio, frazionato in diversi contesti. Ma è quello che funziona. Come nei film western, quando il cowboy bacia la bella e tutti imitano il bacio, come si vede anche in Nuovo Cinema Paradiso, psicologicamente quello è lo zenith del film, quando il maschile e il femminile si incontrano. Viviamo in un sistema binario: maschile e femminile. Credere o non credere. Questa è una storia di famiglia, la storia di una madre e di un figlio. E’ vero, c’è stato Philomena e anche Madgalene, ma gli ho voluto dare una nota pià positiva. come Il Padrino, che per me racconta di una famiglia cattolica all’interno del sistema americano, e si conclude con un fratricidio, come per Caino e Abele”.

E continua, sul tema della religione: “L’influenza della Chiesa nella storia irlandese è molto importante. Vedo come un simbolo una cosa che mi capitava da ragazzo. Casa mia era vicino a una Chiesa e l’edificio, fisicamente, impediva che arrivassero le onde tv. Vedevamo la tv solo quando c’era la nebbia, ma non potevamo vedere il palmo delle nostre mani. E non è vero quando dicono che la tv non è importante. Tutto è veicolato dalla tv, e oggi dalla rete.
La tv ci ha messo 40-50 anni per abbattere il potere della Chiesa in Irlanda, per fare quello che gli inglesi hanno cercato di fare, senza successo, per 400-500 anni. L’Irlanda non è limitata, ha moltissimo da dire ma tutti devono allinearsi con un sistema. A Hollywood stanno sempre attenti a far sì che i film sulle famiglie non risultino pesanti o offensivi. Anche questo film potrebbe essere considerato offensivo da un pubblico protestante. Ma per me è una storia sentimentale. C’è un sistema cinema ‘esterno’ e uno interno, che ha a che fare con le tue idee che metti nei film. E quando i due sistemi si trovano in conflitto è drammatico, ma non possiamo fare solo cartoon come la Pixar”.

Il regista de Il mio piede sinistro e Nel nome del padre parla anche della Brexit: “Molti paesi si lamentavano ma non hanno fatto niente, in questo caso è scattata la molla. Penso però che prima di pensare a unificare l’Europa dovremmo unificare le idee, contro lo strapotere culturale americano. Tutti hanno sempre pensato che fosse l’Irlanda a voler rivendicare la sua indipendenza, ma è l’Inghilterra che vuole essere indipendente da tutto e da tutti”.Infine, sul casting: “Vanessa Redgrave la conoscevo da tempo e dunque l’ho scelta appena ho capito che era interessata al film. E’ una vera forza della natura. Rooney Mara è molto tranquilla, decisa e tecnicamente preparata, quindi ti permette di pianificare al meglio il lavoro”.

Riportando poi il discorso sul tema ‘cinema’: “Faccio piccoli film e mi interesso alla psicologia dei personaggi e delle persone. È una grande bugia, che produce però una mitologia necessaria. Io vengo dal paese di Joyce, che è stato uno dei grandi mitologi europei, ossessionato dalle mitologie di tutto il mondo. Raccontiamo bugie, ma con uno scopo: basta pensare al fatto che la più grande bugia di tutti i tempi è stata quella di Cristo che fatto credere che il suo corpo e il suo sangue fossero nel pane e nel vino. Una bugia, però, necessaria a superare la barbarie dei sacrifici.”

18 Ottobre 2016

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