Da oltre 15 anni c’è in Arabia Saudita un centro di riabilitazione per terroristi, il Mohammed Bin Naif Conseling and Care Center di Riyad: una struttura dove 3000 persone hanno già terminato il programma e sono state reinserite in società.
Finora tutte le richieste dei media occidentali di visitarlo erano state respinte. E’ riuscita per la prima volta a visitarlo la documentarista Meg Smaker, ex viigle del fuoco con alle spalle 10 anni di vita nei Paesi arabi (compresi alcuni anni come istruttrice dei Vigili del fuoco in Yemen): un viaggio che racconta in Jihad Rehab, il documentario che debutta in prima mondiale al Sundance film Festival. L’autrice, rapita dai ribelli nel 2003, grazie alla sua conoscenza della lingua e della realtà araba, riesce ad andare oltre la dimensione del semplice reportage.
Il racconto del funzionamento del centro di riabilitazione si unisce alle testimonianze di alcuni prigionieri yemeniti accettati nel centro e arrivati da Guantanamo. Fra questi ci sono Nadir (detenuto per oltre 16 anni nella prigione Usa) e Abu Ghanim, ex guardie della scorta di Osama Bin Laden, o Ali, jihadista finito a Guantanamo sedicenne e fratello del capo di al Qaeda in Yemen, Quassim al Raimi.
Il 30enne Mohammed, che all’inizio aveva negato di essere un jihadista, qualche mese dopo ammette di aver combattuto in Afghanistan e di fronte alla domanda, se sarebbe pronto a tornare a combattere per i talebani, risponde: “sono troppo vecchio, la jihad è per adolescenti”.
Il film si intitola The American Dream and Other Fairy Tales e vede la co-regia della vincitrice dell'Emmy Kathleen Hughes. Racconta la storia di quattro dipendenti del parco a tema che non riescono a sbarcare il lunario, mettendola in relazione con il giro di denaro che ruota attorno all'azienda
A causa del Covid il festival sarà solo in versione virtuale dopo che l'organizzazione aveva tentato di lanciare una formula ibrida, ossia sia in presenza che online. Si apre nel segno di Lady Diana con The Princess, documentario diretto da Ed Perkins che ripercorre la storia della principessa
Dopo avere organizzato nei minimi dettagli un’edizione ibrida, il Sundance Film Festival deve fare i conti con l’aumento dei casi nello Utah, cancellando l’edizione fisica e mantenendo esclusivamente quella online, in programma dal 20 al 30 gennaio
Il Sundance Film Festival, in programma dal 20 al 30 gennaio, ha rivelato la sua line-up composta da 82 titoli, tra cui i documentari The Princess e We Need to Talk About Cosby, due nuovi film con Dakota Johnson e il debutto da regista di Jesse Eisenberg