Jeremy Irons nel Portogallo di Salazar


BERLINO – Non poteva mancare il polpettone storico-letterario alla Berlinale, specialmente se a dirigerlo è Bille August, il regista danese premio Oscar per Pelle alla conquista del mondo, che l’ultima volta era stato qui con Goodbye Bafana nel 2007. Stavolta ha portato fuori concorso l’adattamento di Treno di notte per Lisbona, un bestseller dello scrittore svizzero Peter Bieri, pubblicato sotto lo pseudonimo di Pierre Mercier, tradotto in 15 lingue e molto apprezzato in Germania dove ha venduto due milioni di copie. È la storia di un professore di latino che vive un’esistenza noiosa e oscura a Berna, fino al giorno di pioggia in cui salva una ragazza che sta tentando il suicidio gettandosi da un ponte. La giovane donna fugge, ma lascia dietro di sé un cappottino rosso e il libro di uno scrittore portoghese, Amadeu de Prado. Dentro le pagine dell’elegante volumetto c’è un biglietto del treno per Lisbona. Il professore, un po’ incuriosito dalla fanciulla un po’ affascinato dallo scrittore, segue l’impulso di partire e si ritrova nella città sull’Atlantico vestito di tweed, senza bagaglio e con gli occhiali rotti.

 

Il cast è di prim’ordine, anche se stagionato, con Jeremy Irons nei panni del colto professore, Martina Gedeck in quelli di un’optometrista gentile che s’innamora di lui. Tom Courtenay, Bruno Ganz, Lena Olin, Christopher Lee e Charlotte Rampling danno vita a vari personaggi che rimandano tutti al passato drammatico del Portogallo, la dittatura fascista di Salazar, mentre un pugno di giovani oppositori tra cui spiccano Mélanie Laurent e Jack Huston sono quei fantasmi in carne ed ossa nei numerosi flash back, anche se le vicende storiche appaiono un tantino confuse a chi non sia già addentro la storia della resistenza antifascista portoghese e della rivoluzione dei garofani. Naturalmente tutti recitano in inglese in una Lisbona da cartolina che per il regista è “l’anima del film” e di cui Jeremy Irons giura di essersi innamorato. “La parte antica della città – dice l’attore inglese, classe 1948 – contiene lo stesso mistero e la stessa bellezza del romanzo. Il mio personaggio ha lo sguardo di un turista che si ritrova in un luogo esotico e sconosciuto”.

 

Per Bille August una difficoltà è stata riuscire a uniformare gli accenti dei vari interpreti. “Al di là di questo non mi interessava concentrarmi tanto sull’identità personale dei singoli, quanto sulle relazioni tra i personaggi. La vera ragione per cui volevo girare Treno di notte per Lisbona era mostrare un uomo alla ricerca della propria identità, il vero centro del film è il cambiamento, l’aspetto intimista, ma naturalmente anche il lato storico e politico mi stava a cuore. Però la cosa fondamentale è che Raimund Gregorius prende una decisione incredibile: molla tutto e salta su un treno in corsa attirato da un libro vecchio. Un tipo di storia che mi affascina particolarmente”.

Entusiasta lo scrittore: “Fedele allo stile del romanzo, Bille August ha creato un film filosofico che parla di questioni esistenziali universali”, pare che abbia detto e il regista racconta che aveva amato la sceneggiatura. “Ci ha fatto visita sul set durante le riprese e quando il film è finito abbiamo organizzato una proiezione privata per lui. Gli è piaciuto talmente tanto che mi ha scritto una lunga lettera e mi ha permesso di pubblicarla. L’unica domanda alla fine della visione è stata: Quando potrò rivedere il film?”.

 

Intanto Bille August sta già lavorando a un nuovo adattamento, stavolta da Vladimir Nabokov. Quanto a Jeremy Irons è stato al centro di una buffa querelle con la stampa britannica: un anno e mezzo fa avrebbe detto che non c’è niente di male a dare una pacca sul sedere di una bella donna, anzi che è una forma di “comunicazione”. Apriti cielo! E adesso ha dovuto rettificare al Times. “Sono stato capito male – dice l’attore – qualsiasi donna che si rispetti ti manderebbe a quel paese in quella circostanza”. E subito ha aggiunto di aver subìto da ragazzo qualche avance poco simpatica da certi anziani signori.

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14 Febbraio 2013

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