Alla 19esima edizione dell’Ischia Film Festival – che si terrà in presenza di pubblico e talent nel Castello Aragonese dal 26 giugno al 3 luglio – saranno sedici i lavori presentati in concorso nella sezione Cortometraggi. “Un viaggio tra identità locali a ogni latitudine del globo, a dimostrazione di quanto il cinema, anche quando il formato prescelto è quello breve, sappia restituire l’atmosfera dei luoghi e la specificità di paesi e regioni lontane”, come sottolinea Michelangelo Messina, direttore artistico del Festival. Molta attesa per l’esordio alla regia dell’attrice David di Donatello Jasmine Trinca, che in Being my mom indaga in chiave poetica il legame che unisce una madre e una figlia.
Violazione dei diritti umani, parità di genere, emarginazione, sono invece alcuni dei temi a forte valenza sociale presenti nella sezione Location negata. Sedici opere in concorso, molte delle quali presentate in anteprima internazionale o italiana, e accomunate da uno spirito di denuncia di ingiustizie e diseguaglianze disseminate in ogni angolo del pianeta, costituiscono il fulcro della selezione.
La testimonianza delle donne indiane sfregiate con l’acido in Shero, di Claudio Casale. La metafora post-Brexit di On Island West, di Carolyn Saunders, ambientato in un’Inghilterra distopica e razzista che incita all’odio contro gli stranieri. Il rimpianto e la nostalgia della grandezza passata dell’Unione Sovietica in Admiral Tchumakov, di Laurier Fourniau e Arnaud Alberola. La gentrificazione del centro di Londra, con l’abbattimento di vasti complessi di edilizia popolare in Aylesbury Estate, di Carlotta Berti. Ricostruisce la storia dell’uomo che detiene il record della permanenza più lunga nel braccio della morte, in attesa di esecuzione, Hakamada – The longest-held man in deathrow, di Louis Dai. Sempre di detenzione si occupa Magnifiche sorti e progressive, di Claudio Di Mambro, Luca Mandrile e Umberto Migliaccio, una filosofica riflessione del fondatore delle Brigate Rosse Renato Curcio, tra le rovine del carcere abbandonato di Santo Stefano, sulla possibile assimilazione tra la prigione e la Rete, nuova frontiera del controllo digitale e sociale. Sceglie la strada dell’animazione Mila, di Cinzia Angelini, regista italiana trapiantata in America che rievoca la tragedia della Seconda Guerra Mondiale attraverso la vicenda di un bambino scampato ai bombardamenti. Ancora devastazioni e bambini in Movida, il documentario del regista bellunese Alessandro Padovani che si sofferma sugli effetti distruttivi dell’uragano Vaia sulla sua terra di origine. What we don’t know about Maryam, di Morad Mostafa, The Visit, di Azadeh Moussavi, e Shakwa, di Farah Shaer, denunciano il clima di oppressione e sottomissione delle donne in paesi come Egitto, Iran e Libano. Mentre l’argentino The Vatican, di Gonzalo Almeida, e lo statunitense Sapelo, di Nick Brandestini, raccontano un microcosmo di marginalità e povertà che accomuna la parte meridionale e settentrionale del continente americano. La lotta per l’indipendenza del popolo Saharawi è lo sfondo di Dajla: cinema and oblivion, di Arturo Dueñas. La compressione dei diritti civili in Turchia ispira The criminals, di Serhat Karaaslan. Days of Ignorance Documentary, di Abolfazl Tajik, descrive la parabola dell’ultimo artigiano che lavora il feltro in una remota regione iraniana.
La XV edizione dal 10 al 13 aprile 2025 al MAXXI di Roma: la scadenza per le iscrizioni di corti e lungometraggi il 21 febbraio 2025
La gestione progettuale della rassegna, in programma dal 3 all'8 giugno 2025, è affidata ad Annarita Borelli
Il Premio Regione Autonoma Trentino-Alto Adige per la Distribuzione vuole contribuire a rendere accessibili al pubblico italiano film di alta qualità e indipendenti
Il tempo che ci vuole è stato premiato come miglior film. Premiati gli attori Romana Maggiora Vergano, Fabrizio Bentivoglio, Rose Aste e Samuele Carrino