Voleva fare l’archeologa, ma complice un provino per La stanza del figlio, durante l’ultimo anno del liceo, si ritrova oggi attrice. “In verità i provini sono stati numerosi, Nanni Moretti mi ha bella e torchiata”, dice. Poi è venuta la convincente prova ne La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, nei panni di una giovane disadattata, un ruolo che le ha chiesto tante energie e fatica fisica. Romana, 24 anni ad aprile, Jasmine Trinca non ha però rinunciato alla laurea in Storia dell’arte, “quando non lavoro cerco di studiare”. Non ha modelli d’attore cui ispirarsi, ha passioni da spettatrice. Volti intensi e forti del passato, come Ingrid Bergman, Anna Magnani, Gian Maria Volonté, Steve McQueen. E ancora Jodie Foster, Monica Vitti e Franca Valeri.
A marzo esce “Manuale d’amore”, film in 4 episodi di Giovanni Veronesi, che si apre con quello da lei interpretato insieme a Silvio Muccino.
E’ l’episodio più brillante, più propositivo, perché racconta la nascita dell’amore, anche se tutto comincia con un rifiuto. Giulia è una ragazza della mia età, studia lingue e a tempo perso fa l’accompagnatrice turistica. Tommaso cerca disperatamente un’occupazione, vive la difficile fase di passaggio dallo studio al lavoro. All’inizio è solo lui ad innamorarsi, mentre lei lo prende in antipatia. Tutto comincia con un rifiuto e Tommaso cerca via via di guadagnarsi un po’ d’attenzioni, finché Giulia si rende conto della sua dolcezza. Il matrimonio è l’esito del loro incontro.
Dall’innamoramento si passa alla crisi?
La nostra storia d’amore s’incrocia con quella di Margherita Buy e Sergio Rubini, c’è un sorta di passaggio del testimone. Noi usciamo quando loro entrano in scena, anche se rivedremo Tommaso nel finale. Con gli altri 2 episodi sul tradimento e sull’abbandono si compone una commedia agro-dolce, anche riflessiva, dove si respira una sorta di malinconia, ma dove non mancano anche momenti di comicità. Soprattutto Carlo Verdone, nel suo episodio sull’abbandono, riesce a fondere bene i due toni così diversi.
Il personaggio di Giulia è per lei nuovo?
Con la commedia di Veronesi ho esplorato un ruolo brillante, per il quale non mi sentivo pronta. Non ho una preparazione dal punto di vista della tecnica attoriale. Per mia natura, a volte sono un po’ cupa, preferisco ruoli drammatici. E’ stato difficile, ma il regista mi ha spronato e tutti gli altri attori mi hanno sostenuto. Alla fine si è rivelato un utile allenamento delle corde espressive, perché sono i ruoli normali, di una giovane della mia età, che risultano più impegnativi.
Ha finito di girare “Romanzo criminale” di Michele Placido?
Mi mancano un paio di pose. Interpreto Roberta, studentessa d’arte che lavora in un laboratorio di restauro, e fidanzata del capobanda, “il Freddo”, Kim Rossi Stuart. La banda ha diversi capi, ma è lui alla fine a prendere in mano le redini del gruppo criminale. Roberta viene da un altro mondo, è una presenza positiva in una vicenda tragica che ha insanguinato la vita di Roma. Non è così consapevole di cosa faccia “il Freddo”, il quale ha senso di colpa, le vorrebbe offrire un altro genere di vita. Ho voluto rendere la lacerazione di questa giovane donna il cui grande amore è messo a dura prova: Roberta è divisa tra quello che per lei rappresenta il giusto, il bene e questa storia d’amore segnata dal male.
E’ un film drammatico tratto da un libro molto bello. Lo scrittore Giancarlo De Cataldo ha trasformato una storia così drammatica in un romanzo epico, che appassiona.
Presto la vedremo anche in tv nel film di Riccardo Milani “Cefalonia”, in onda su RaiUno, forse in occasione del 25 aprile.
Cefalonia racconta non solo il dramma dei soldati italiani sull’isola, ma la quotidianità, le loro storie d’amore. Come quella tra il protagonista/Luca Zingaretti e mia madre/Luisa Ranieri, una donna del Sud Italia sposata a un greco/Claudio Amendola, che l’ha abbandonata. Sono dunque una ragazza cresciuta senza il padre, con una grande forza interiore, innammorata di uno dei soldati italiani/Corrado Fortuna e che diventa partigiana per la libertà sua e della sua terra. La sceneggiatura è di Rulli e Petraglia che, come ne La meglio gioventù, con la loro scrittura danno spessore alla storia collettiva e a quella dei singoli.
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