CANNES – Si è davvero stancata di sentir parlare di “questioni di genere” applicate al mondo del cinema. “Il sesso non è pertinente in materia artistica, l’unica cosa che conta è la sensibilità, la passione, il duro lavoro”. Ma è comunque inevitabile per il critico Michel Ciment affrontare il discorso con Jane Campion, unica donna finora ad aver mai conquistato la Palma d’Oro a Cannes. Quest’anno è la regina della Quinzaine della Réalisateurs, che le ha assegnato la Carrosse d’Or (il riconoscimento della Sfr), ha presentato i primi due episodi della sua serie tv crime Top of the Lake e l’ha accolta per un caloroso e rilassato incontro con il pubblico, moderato proprio dal critico francese che sta ultimando un libro su di lei e il suo cinema.
Un incontro in cui rivela molto di sé, del suo metodo di lavoro, dei suoi risvolti privati. E che diverte, quando rievoca la sua folgorante esperienza sul set di Lezioni di piano con Harvey Keitel. “Ero terrorizzata dagli attori, come tutti i giovani cineasti. Mia madre, poi, era un’attrice, e infatti era terribile. Spesso quindi portavo sul set degli amici, o persone che conoscevo che avessero carisma, così invece di dirigere davvero un attore, in realtà facevo solo il capo”. Sorride, Jane Campion nel ricordare quel periodo, e spiega: “Per Lezioni di piano avevo bisogno di attori veri e carismatici. Per il ruolo maschile pensavo ad Harvey, ed ero sedotta e spaventata all’idea perché giravano tante storie sul fatto che fosse aggressivo. Avevo paura. Al punto che chiesi a mio marito di far finta di essere lui, a casa, per fare pratica”. Poi sul set è andato tutto liscio, il film ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale e il film ha sedotto la Croisette.
In quella storia, grande influenza ebbero diverse fonti letterarie, e la passione della Campion per la letteratura del 19° secolo: “Mi piace quel secolo perché ci fu un picco dell’arte romanzesca e un libro importantissimo come Cime tempestose, troppo perfetto per osare affrontarlo al cinema. In compenso ho trovato proprio in quel romanzo la forza e lo spirito di Lezioni di piano.
Ora che è una regista più che affermata, si è dedicata alla serie tv Top of the Lake, di cui firma anche la sceneggiatura. “Quando ho finito Bright Star stavo sviluppando alcune idee per un romanzo, che è la mia forma artistica preferita dopo il cinema. Ho approfittato di un soggiorno in Inghilterra e ho parlato con delle persone della Bbc per descrivere alcuni aspetti della storia: si sono entusiasmati”. Quella a Londra è stata solo una delle tante trasferte di questa artista giramondo che ama descrivere i paesaggi. Una delle sue tappe è stata l’Italia, dove racconta di aver vissuto una disavventura: “In modo indiretto, per questioni legate al luogo in cui alloggiavo, sono stata coinvolta in una storia di spaccio di droga… non so cosa sia successo, la polizia ha sequestrato l’appartamento e ho dovuto lasciare il paese”. Jane Campion è nata in Nuova Zelanda e ci è tornata per raccontare questa sua ultima storia per il piccolo schermo. Le piace raccontarne gli spazi, perché “il paesaggio della tua terra natale ti sembra sempre più romantico quando quella terra l’hai lasciata”, dice. “Vivo una storia d’amore passionale con il paesaggio neozelandese, fatta di ricordi e di presente. Nella regione che dipingo in questi episodi ci ho vissuto, ho passeggiato in luoghi spettacolari, e provoca in me sensazioni che vanno al di là delle parole. Top of the Lake esplora la violenza e i guai che possono sorgere in un paradiso, in quel paradiso”.
Poi, tra una reticenza e una risata, si concede qualche battuta sul “femminismo” al cinema: “La discussione sulle poche donne registe è incredibilmente noiosa… L’unica soluzione sarebbe fissare delle quote ‘rosa’ e imporre che metà dei film sia firmata da donne. Kathryn Bigelow ha mostrato molto bene che può fare film bellissimi anche raccontando temi ‘maschili’. Siamo capaci di affrontare soggetti per uomini, facciamolo. Mettiamoci al lavoro”.
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