James Cameron: forse un altro Terminator. Per ora c’è “Sanctum”


Tutti attendono da James Cameron il sequel di Avatar, o magari – sognare non costa nulla – un Terminator 5 trainato dal rientro dell’ex Governatore della California Arnold Schwarzenegger, giunto ormai a fine mandato. L’ipotesi non pare così improbabile, nonostante il regista campione di incassi abbia più volte dichiarato che, dopo il secondo film del ’92, con la saga del cyborg venuto dal futuro, da lui stesso creata, non voleva averci più niente a che fare. Non a caso, i capitoli 3 e 4 furono affidati ad altri registi, con risultati tutt’altro che entusiasmanti. Ma oggi un barlume di speranza si apre all’orizzonte per i fan: Cameron e Schwarzy, infatti, sono recentemente tornati a collaborare per uno spot pubblicitario, e i bookmaker esteri non hanno perso un attimo, offrendo a 7,00 il ruolo da protagonista di Arnold in un possibile Terminator 5, entro la fine del 2012.

 

Cameron nicchia, e intanto torna in sala in veste di produttore esecutivo, con un action thriller ambientato nelle profondità marine, Sanctum, diretto dall’australiano Alister Grierson. Non estraneo a temi del genere, Cameron ambientò in un sottomarino uno dei suoi film più apprezzati, The Abyss, del 1989.

Sanctum, in uscita negli USA il 4 febbraio e da noi una settimana dopo, pur girato con un budget piuttosto contenuto (30 milioni di dollari) è stato realizzato con molte delle più avveniristiche tecnologie 3D. Fra i protagonisti Ioan Gruffudd, Richard Roxburgh, Alice Parkinson e Rhys Wakefield.

 

Alla base del plot c’è una storia vera, quella di Andrew Wight, co-sceneggiatore e coproduttore del film e fidato collaboratore di Cameron da molti anni. Esperto subacqueo, nel 1988, partito con un gruppo di 15 persone per esplorare delle caverne sottomarine nel sud dell’Australia, Wight rimase intrappolato e dovette scavare e nuotare a lungo per trovare una via d’uscita e andare a chiamare i soccorsi. I compagni furono liberati due giorni dopo, miracolosamente illesi.

“Tolto  il 3D dal film e anche tutti gli elementi spettacolari – ha dichiarato Cameron durante una visita al ser del ‘Brisbane Times’ – rimane comunque una storia forte. Il 3D non fa piangere la gente, ci vuole qualcosa che la tocchi profondamente. Il film è incentrato sulla relazione padre – figlio e sulla fragilità di quel legame di fronte alla furia della natura. E’ basato sulla forza dei personaggi e il 3D è solo un elemento che dovrebbe esaltarne l’esperienza. La stereoscopia funziona bene in un’ambientazione molto claustrofobica – ha continuato – quando senti le pareti a pochi passi da te. Penso che gli spettatori si troveranno ad affrontare l’esperienza di Sanctum con il battito del cuore accelerato, il respiro corto e pallidi dalla paura”.

Cameron è un appassionato di immersioni (ha al suo attivo oltre 3000 ore di esplorazioni subacquee) come dimostrano le riprese di The Abyss e dell’incipit di Titanic.

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05 Gennaio 2011

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