Jacob, il presidente regista


CANNES. E’ dedicato a due grandi del cinema, Theo Angelopoulos e Raoul Ruiz di recente scomparsi, il documentario del presidente del Festival di Cannes Une journée particuliére, che festeggia il 65mo compleanno della kermesse. Non è la prima volta di Gilles Jacob regista. Nel 1987 insieme al figlio Laurent firmò Le cinéma dans les yeux premiato al Festival di Cannes, poi i documentari Liberté (1989) e Histoires de festival (2002), il cortometraggio Les marches etc& (una comédie musicale) e infine nel 2004 per la televisione ha realizzato É preuves d’artistes insieme a Samuel Faure, ora di nuovo accanto in quest’ultimo lavoro.
Alla Sala Debussy ad accogliere Jacob, dal 1976 impegnato nel Festival, e il suo diario per immagini c’è in platea il neoministro francese della Cultura Aurelie Filippetti. Sul palco salgono per la gioia del pubblico, pronto ad immortalare l’evento, oltre 20 grandi registi, tra i quali i fratelli Dardenne, Kiarostami, Cronenberg, Assays, August, Lelouch, Polanski, Gitai, Loach, Salles, Konchalovskiy e Moretti.

Une journée particuliére è quella dei 60 anni del Festival che venne omaggiato nel 2007 da 34 registi di fama mondiale, una sola donna Jane Champion, provenienti da 25 Paesi. Gli autori presentarono per l’occasione Chacun son cinéma, un’opera collettiva con soggetto la sala cinematografica.
Il giorno precedente la presentazione di questa dichiarazione d’amore per il cinema, i registi sono stati pedinati dalla mattina alla sera, catturando il dietro le quinte. Così Une journée particuliére ci mostra, insieme a frammenti del film collettivo – per gli italiani c’è Nanni Moretti spettatore disperato che in una sala vuota urla al proiezionista ‘Fuoco, fuoco’ – momenti ufficiali e non dei 34 grandi. Il tutto scandito per capitoli: l’arrivo, il photocall con Aki Kaurismaki che evita con passo veloce i fotografi sorpresi, la conferenza stampa con Roman Polanski che rimprovera i giornalisti per le domande poco intelligenti e lascia infastidito l’incontro, la soirée. In chiusura la musica di Nicola Piovani.

 

“La prima volta che sono venuto a Cannes, nel ’64 come critico – dice Jacob, classe 1930, – le star camminavano sulla Croisette a contatto con il pubblico, avviandosi al Palais. Non c’erano neppure le televisioni a filmare la Montées des marches, era una sorta di piccola colonia. E’ cambiato tutto con la nuova sede, il Palais du festival, inaugurato nel 1983”.
Il peggior anno della sua carriera festivaliera, un anno di grande stress che gli costò, confessa, la calvizie di oggi: “Il nuovo Palazzo è stato pronto troppo tardi, le luci e i proiettori andarono in tilt e fummo costretti quasi a fermare il festival”.

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