Italy for Green: a grandi passi verso il cinema sostenibile

Cinecittà e Italy for Movies organizzano un panel a tema di sostenibilità ambientale


Nel corso dell’ultimo anno si è registrata una accelerazione in tema di sostenibilità ambientale nel settore cinematografico e audiovisivo segno di una maggiore attenzione e sensibilità. Le Film Commission hanno iniziato a adottare il protocollo ‘Green Film’ della Trentino Film Commission; i festival riuniti sotto l’AFIC hanno reso pubbliche le linee guida per l’organizzazione di eventi che rispettino una serie di criteri legati, all’utilizzo dei materiali, del catering, della mobilità, e altro; il MiC ha partecipato attivamente al tavolo promosso dal MiTE per l’adozione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) Eventi come richiesto dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che destina investimenti importanti a Cinecittà, anch’essa impegnata in prima linea sul fronte del green.

Di questi temi si occupa il panel organizzato all’Italian Pavilion da Cinecittà Italy for Movies, il portale nazionale delle location e degli incentivi alla produzione, che da poco ha attivato un filtro green, che consente di fare ricerche su notizie e aggiornamenti riguardanti tematiche ambientali, e l’area green all’interno della sezione Film Commission, dove vengono pubblicate le iniziative e i protocolli per una produzione audiovisiva sostenibile.

Ne parlano Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà, Eliana Caramelli, DG Economia Circolare del Ministero della Transizione Ecologica – Gruppo CAM, Cristina Priarone, Presidente Italian Film Commissions, Luca Ferrario, Direttore Trentino Film Commission, Carmen Diotaiuti, Responsabile operativo e vicedirettore Italy for Movies, Giovanni Pompili, Produttore (Kino Produzioni), Chiara Valenti Omero, Presidente AFIC, Laura Zumiani, Responsabile programma generale Trento Film Festival.  Modera Bruno Zambardino, Responsabile Affari UE e Coordinamento istituzionale Italy for Movies (Cinecittà/ DGCA MiC).

Sbarigia commenta: “Il cinema inquina circa il 4% secondo i dati del 2020 e la maggior parte di questo inquinamento deriva dai trasporti. Alcune Film Commission sono già avanti, ma il dibattito non riguarda solo le modalità di sostituzione dell’energia e il ciclo dei rifiuti, ma anche i contenuti. Come si veicola l’idea che le produzioni green non siano più costose delle altre? Come si portano gli spettatori più giovani sulla strada di un mondo più bello e rispettato?”.

Dice Caramelli: “La definizione dei CAM ci ha particolarmente interessati. Si tratta di requisiti ambientali e sociali inseriti delle procedure di gara pubbliche per individuare i prodotti, i servizi e le soluzioni progettuali migliori lungo l’intero ciclo di vita. Sono diventati obbligatori con l’articolo 34 del codice dei contratti pubblici. Tutti gli eventi da quando sarà adottato il decreto dovranno inserirli, se attivati da gara pubblica”.

Diotaiuti illustra il percorso del portale Italy for Movies da quando è stato lanciato nel 2017, con l’aggiunta dell’uso dei social network e di un’app geolocalizzata, il lancio di un nuovo sito nel 2021, diventato testata giornalistica registrata. In particolare nell’ultimo anno il sito “ha colto l’accelerazione e l’esigenza di uno sviluppo dei temi legati alla promozione e alla produzione sostenibile, attivando nella sua area news dei filtri green, consapevoli che il cambiamento verso un impatto ambientale ribassato è necessario e urgente, passando anche verso la sensibilizzazione del pubblico. Il filtro green permette di portare l’attenzione dei lettori sulle tematica. Con questo filtro si possono visualizzare immediatamente tutti i contenuti del sito legato alle tematiche ambientali, per trasformare il modo di lavorare dalla creazione della storia, al set, alla promozione e alla comunicazione. Inserendo poi parole chiare è possibile tematizzare e affinare la ricerca. L’altro intervento nell’ambito del settore è legato all’area ‘Film Commission’, dove vengono pubblicate le documentazioni e le comunicazioni del tavolo di coordinamento nazionale, con una parte riservata specifica per le Film Commission dove abbiamo inserito una nuova area green dove vengono pubblicati tutti i protocolli e le iniziative di eventi con attenzione all’impatto ambientale.

“Le Film Commission – prosegue Priarone – partono come supporto alle produzioni e lavorano poi in tantissimi altri ambiti, tra cui il Green. La forza del lavoro sul Green che l’associazione delle Film Commission può fare sta nella capacità di fare rete, nella condivisione di best practice e di pattern comuni. Siamo ancora in una fase nuova, per quanto evoluta, ma ci vuole non dico la coercizione, ma la costruzione di una cornice a cui produzione, eventi e iniziative devono attenersi, attraverso i protocolli, con lo standard ‘Green Film’ a cui l’associazione ha aderito ma anche con la chance dei fondi regionali. Così si portano produzioni e attività ad attenersi a buone pratiche. Questo diventa in assoluto il contenitore più efficace e incisivo attraverso cui convogliare consapevolezza, responsabilità e innovazione. Pensiamo al digitale e alle accelerazioni che porterà a breve. Dovremo mettere in pratica nuove modalità e nuovi strumenti. Questo è il Jolly delle Film Commission e le la loro specificità”.

Ferrario parla specificamente del marchio di certificazione ‘Green Film’: “E’ importante per gli enti pubblici e i fondi. E’ una prova di quello che è stato fatto e ci permette di incentivare i comportamenti buoni, che non si può fare sulla base della buona fede. Non si tratta, insomma, solo di linee guida. Grazie a questo possiamo spingere il cambio di modalità. Per il produttore è uno sforzo, una fatica e non possiamo accontentarci del cambio di abitudini dei più sensibili e basta. La transizione c’è, la volontà anche. Si tratta di capire solo quanto ci metteremo. Questo potrebbe dare una spinta forte. E poi è un approccio ‘entry level’. Non lo proponiamo ai produttori più arditi ma dare una base chiara che il produttore possa capire e seguire per un cambio di mentalità nel lavoro quotidiano. Ma non possiamo pretendere di lavorare ‘da zero a cento’. Siamo in un ambito in cui la coproduzione è centrale. Non possiamo creare un approccio prettamente italiano perché altrimenti incarteremmo chi vuole lavorare anche all’estero. Il tentativo è di avere un approccio comune e condiviso con più territori. Vogliamo esportare una buona pratica e dare l’esempio in prima persona”.

Le buone pratiche però possono essere attuate anche dagli organizzatori dei festival riuniti sotto l’AFIC, e su questo si esprime Zumiani, raccontando la guida per i festival green, “a partire dal dialogo tra festival e istituzioni, per un lavoro mai calato dall’altro ma sempre condiviso, con l’incoraggiamento alle produzioni sostenibili, attraverso premi specifici o comunicazione. Cercando sempre di mantenere le promesse che facciamo. Mobilità, consumi energetici, sostenibilità alimentare, gestione degli ospiti sono alcune delle aree su cui si è lavorato”.

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05 Settembre 2022

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