Un lungo viaggio attraverso gli autori e le storie narrate dal cinema italiano negli ultimi cinque anni, per far conoscere al pubblico francese, grazie a opere inedite Oltralpe, i generi e gli sguardi più diversi di una nuova generazione di registi. “Festival del cinema italiano oggi” così s’intitola la rassegna che si terrà a Parigi al Cinema Arlequin, dal 26 settembre al 2 ottobre, promossa e organizzata da Italia Cinema, dall’Istituto italiano per il commercio estero, in particolare l’Ufficio di Parigi, e dalla prestigiosa rivista di critica cinematografica “Cahiers du Cinéma”. Il Festival fa parte del più ampio Progetto “Filmare” voluto dal ministero per il Commercio con l’estero, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le attività culturali e che prevede altri appuntamenti, sempre a Parigi, tra cui la presentazione, dal 3 al 5 dicembre, delle ultime produzioni televisive italiane.
E l’evento parigino è anche il modo migliore per festeggiare il cinquantenario della rivista “Cahiers du Cinéma”, sempre così attenta nei confronti del nostro cinema, in particolare a quello di Rossellini, dei grandi nomi degli anni ’60 da Fellini a Antonioni, e poi dei fratelli Taviani, di Bertolucci e Bellocchio, per ricordarne alcuni. In fondo una grande opera di divulgazione delle nostre migliori pellicole non solo tra i cinefili e gli appassionati.
Ma nonostante l’impegno dei “Cahiers du Cinéma”, l’attenzione del pubblico francese si è concentrata spesso in questi ultimi anni su nomi di grande richiamo, innanzitutto europeo, come Ettore Scola, Nanni Moretti e Roberto Benigni. Così si è trascurata o comunque marginalizzata una nuova generazione di autori che, come scrive Luciana Castellina, presidente di Italia Cinema, nel presentare la manifestazione, “ha portato una ventata d’aria fresca nel nostro paese e il successo in numerosi festival internazionali”.
Non a caso la panoramica si concentra sui titoli degli ultimi cinque anni, affiancando registi di grande successo di pubblico come Gabriele Muccino a autori d’avanguardia e sperimentali come Tonino De Bernardi o di cinema d’autore “doc” come Paolo Benvenuti. Sono generi differenti, spesso tra loro distanti e opposti, quelli della retrospettiva parigina che avrà come padrino Dario Argento, presente nella capitale francese il 29 settembre con il suo nuovo film Non ho sonno. Una vetrina dunque eterogenea che ospiterà quasi tutti gli autori: il cinema del disagio sociale e psicologico di Silvio Soldini, Giuseppe Piccioni, e Francesca Comencini, la scuola napoletana di Mario Martone e Pappi Corsicato, lo sguardo antropologico di Matteo Garrone, e quello estremo e trasgressivo di Ciprì&Maresco. Ad accompagnare questo viaggio tra i figli del cinema italiano di ieri vi è anche Martin Scorsese con il suo omaggio alla grande stagione di Cinecittà Il mio viaggio in Italia.
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