Italia in Luce, come funziona


CANNES – “Oggi debutta la nuova società Istituto Luce Cinecittà , più snella e più operativa”, l’annuncio lo dà il presidente Rodrigo Cipriani in apertura dell’incontro che tiene a battesimo a Cannes Italia in Luce, struttura per la promozione del nostro cinema all’estero che mette finalmente intorno allo stesso tavolo sistema pubblico e privati. Lo testimonia la presenza del presidente dell’Anica Riccardo Tozzi, che sottolinea: “Il cinema italiano ha una presenza sottodimensionata all’estero sotto due profili, nei mercati internazionali e nei festival e per la presenza di produzioni straniere che vengano a girare in italia. Eppure il sistema delle Film Commission è il più avanzato d’Europa, il tax credit funziona, i fondi regionali ammontano a 26 mln di euro”. Senza nascondere le criticità – la crisi economica che colpisce le televisioni, i tagli a Mediaset che hanno bloccato la produzione di nuovi film Medusa, primo fra tutti quello di Francesco Raniero Martinotti Tre uomini in buca 9, stoppato a pochi giorni dall’inizio delle riprese –  Tozzi fa appello alla politica. “Senza la politica, il sistema crolla”.

Per l’ambasciatore Melani, “Italia in Luce è un’attività culturale di cruciale valenza industriale, un mezzo per promuovere l’immagine del paese”. Ma come si articola? Con desk nelle quattro aeree più importanti per il nostro export (Russia, Stati Uniti, Estremo Oriente e America Latina), sarà incrementata la presenza ai festival di Berlino, Cannes, Monaco, Shanghai e Budapest, verrà pensata in comune la partecipazione a eventi come l’anno della Cultura italiana negli Stati Uniti e la quinta edizione di Italia in Giappone. Spiega Roberto Luongo dell’Ice: “Queste sinergie vanno avanti già dal 2001, la novità è che abbiamo l’obiettivo di mettere insieme le risorse, circa 5 mln di euro, sia sul versante della promozione, sia dell’attrazione di produzioni straniere, con la consapevolezza che noi promuoviamo lo stile di vita italiano”. Interviene Paolo Rubini dell’Enit: “Che l’Italia sia bella lo sanno tutti, ma bisogna far capire che da noi è facile produrre un film straniero, che la burocrazia è pari a zero, che le leggi non sono così complicate come sembra, che le film commission sono efficaci sul territorio”. “Il cinema – conclude Roberto Cicutto – deve diventare un’eccellenza del made in italy, un soggetto e non solo un veicolo. Il lavoro va fatto tutto l’anno, non soltanto durante festival e mercati, occorre che ci siano interlocutori stabili nei vari paesi e la possibilità di rivedere i film, magari online. Occorre pensare incentivi per i distributori stranieri che acquistano film italiani”.

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22 Maggio 2012

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