“Non voglio solo mostrare, ma anche far sì che la gente desideri vedere”: Agnès Varda era l’immagine della passione, dell’affetto e della malizia. Sessantacinque anni di creazione e sperimentazione, lunghi quasi quanto il Festival di Cannes, che celebra, come lei, sguardi, vite e mondi; e sa ricordare. D’ora in poi, una sala di proiezione ormai imprescindibile per il Festival porterà il suo nome: la Salle Agnès Varda, già Salle du Soixantième, situata sul tetto della Riviera dal 2007. Ogni spettatore ne sentirà il simbolo, il valore e l’emozione
“Non sono una regista donna, sono una regista”, ha detto. Veniva spesso a Cannes per mostrare i suoi film: tredici volte nella Selezione Ufficiale. È stata anche membro della giuria nel 2005 e presidente della giuria della Caméra d’or nel 2013. Quando è stata insignita della Palma d’oro onoraria nel 2015, ha menzionato “resistenza e resistenza, più che onore” e l’ha dedicata “a tutti i registi inventivi e coraggiosi, quelli che creano film di finzione o documentari originali, che non sono alla ribalta ma che vanno avanti”.
Una vicenda di torture e spionaggio nel thriller del regista svedese di origine egiziana Tarik Saleh. Vincitore del premio alla miglior sceneggiatura al Festival di Cannes e nelle sale italiane dal 6 aprile 2023 con il titolo La Cospirazione del Cairo
L’incontro con la stampa italiana di Charlotte Vandermeersch e Felix Van Groeningen, Prix du Jury a Cannes 2022: i produttori “Gianani e Gangarossa ci hanno teso una mano per il futuro” e “lavorando a questo film abbiamo conosciuto il cinema italiano contemporaneo: Favolacce, Alice Rohrwacher e il cinema di Carpignano”.
La parola alla giuria del 75°. Il presidente Vincent Lindon ha voluto esprimere la gratitudine “per avere cambiato la vita di alcune persone”, mentre l’attrice italiana Jasmine Trinca dichiara "ci salutiamo con il cuore pieno"
Il ministro della Cultura celebra il premio al film Le otto montagne, con Alessandro Borghi e Luca Marinelli, Prix du Jury, ex aequo con la co-produzione italo-polacca Eo di Jerzy Skolimovski