La bellezza senza pari della natura e la sua inesauribile forza, capace di generare flora e fauna con una biodiversità sconcertante. E in mezzo ci siamo noi, animali come gli altri, parte del tutto, eppure artefici della nostra stessa auto-distruzione. Su questo tema, che nei prossimi anni sarà “Il Tema” che tutti dovremmo affrontare, si basa Interactions, film collettivo che è stato presentato alla 17ma Festa del Cinema di Roma. Prodotto dalla ONG ART for the World fondata da Adelina von Fürstenberg, il film è composto da 12 brevi cortometraggi realizzati da altrettanti registi provenienti da tutto il mondo.
“When cinema looks to nature” è il claim di un progetto che vuole sfruttare l’arte cinematografica per raccontare il rapporto tra l’essere umano e gli animali, sensibilizzando su argomenti come il cambiamento climatico, i rischi per le risorse idriche e la perdita di biodiversità. Per il corso dei 100 minuti del lungometraggio i vari registi si passano il testimone facendoci viaggiare per il globo attraverso le loro diverse sensibilità e i loro originali punti di vista.
Non c’è una linea guida, né stilistica, né contenutistica, né dal punto di vista del genere. Si spazia dal documentario classico, a ibridi di docu-fiction, passando per corti di stampo thriller o distopico. I registi coinvolti vantano tutti una consolidata esperienza nei festival cinematografici di tutto il mondo. Tra di loro, spicca per ovvi motivi Isabella Rossellini, che nel corto Domestication, che chiude la raccolta, ci porta alla scoperta della sua fattoria raccontandoci la storia della domesticazione animale e le cause della mancanza di biodiversità nell’agricoltura moderna.
Ad aprire le danze è invece l’unico regista italiano, il fiorentino Clemente Bicocchi, con il suo Crepuscolo. Una scena bucolica che ritrae la migrazione di un gregge di capre diventa scenario di un discorso fantascientifico, ispirandosi a un racconto di Isaac Asimov. “Il film è molto semplice, una scena che accade in un mondo lontano, in realtà in un’isoletta sperduta della Grecia dove mi successe questa cosa che io sognai per tanto tempo. Io sono sempre stato amante della fantascienza e stavo leggendo Asimov. Non so perché in questa scena meditativa, quasi di mindfulness, io ci vedessi l’ansia e l’angoscia della fine del mondo, ma a un certo punto ha fatto clic e le due cose si sono unite.”
Un parallelismo che, nella sua semplicità, apre a suggestioni inaspettate, permettendo allo spettatore di entrare nel mood di un’antologia cinematografica che saprà stupire: “Volevo unire la fantascienza al documentario, che sono due concetti apparentemente all’opposto. La mia idea di fantascienza non sono le navi spaziali, i frizzi e i lazzi. Qui faccio fare un salto logico a una scena documentaristica, un nuovo percorso di pensiero. Tra il racconto e le immagini c’è una discrepanza. Il mio scopo era porre le domande, che poi credo che sia l’idea di questo film: cioè, dodici punti diversi sulla realtà che insieme non è che ti danno una risposta definitiva”.
A prescindere dalla qualità dei singoli lavori, sempre comunque di alto livello, per Interactions vale la regola per cui la somma complessiva è maggiore del valore delle singole parti. Un collage così variopinto che, tra elefanti, camaleonti, cavalli, lupi, lamantini e chi più ne ha più ne metta, restituisce senza dubbio un quadro significativo della preziosa e fragile varietà del nostro pianeta.
Elio Germano interpreta Enrico Berlinguer nel film sugli anni più intensi della sua leadership. "Grazie a Paola Malanga e alla Festa del Cinema di Roma che hanno offerto con entusiasmo uno spazio così prestigioso per presentare il film nato da questo incredibile viaggio” ha dichiarato il regista
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