Indiana Jones sul viale del tramonto

Junket internazionale per l'uscita ormai imminente di Indiana Jones e il quadrante del destino, una storia di risveglio e accettazione del tempo che passa, secondo le parole del cast e del regista Jam


Dopo il passaggio a Cannes, arriva nelle sale americane il 30 giugno – con due giorni d’anticipo da noi, il 28 – Indiana Jones e il quadrante del destino, quinto chiacchierato film del franchise inaugurato da Steven Spielberg e George Lucas nel 1981.

Tanta acqua è passata sotto i ponti. Ora il tutto è in mano alla Disney e, dopo lo split con Spielberg, è James Mangold a curare la regia, per quest’avventura, probabilmente l’ultima, che esplora che aspetto abbia per Indy il viale del tramonto. Assieme all’inossidabile Harrison Ford – ringiovanito con la cgi per alcune parti di pellicola, come noto – ci sono nel cast Phoebe Waller-Bridge nei panni di Helena, avventurosa spalla e presenza femminile di un certo rilievo, e Mads Mikkelsen in quelli del villain Voeller, un nazista che, in pieni anni Sessanta, vuole trovare la macchina di Antikythera costruita da Archimede per tornare indietro nel tempo e correggere gli errori del passato.

I tre assieme a Mangold presentano il film in un junket internazionale, insistendo in particolare sulle sfumature “umane” di questa vicenda di accettazione dei cambiamenti e del tempo che passa.

Apre le danze il regista: “E’ stato emozionante, di grande ispirazione, e una delle parti più attraenti del saltare a bordo è stata la compagnia con cui avrei dovuto lavorare. Sono cresciuto ammirando Harrison Ford, Steven Spielberg, Kathleen Kennedy e George Lucas ed è stato il motivo principale per cui ho accettato di farlo, poter lavorare con questa gente meravigliosa. La parte difficile è stato assicurarmi che il film avesse in sé arte e umanità, il che può sfuggire in un prodotto di così larga scala, in mezzo a tutti quegli effetti visivi e spettacolo doveva anche esserci eccentricità e le meravigliose contraddizioni dell’animo umano. Sono cose che non risolvi con uno storyboard, ma devono essere portate sul set con la recitazione e il lavoro giornaliero”.

Ma come si può mantenere il contatto con la vecchia generazione di spettatori e relazionarsi al contempo con i nuovi?

“Si cerca solo di fare un bel film – commenta ancora Mangold – non mi siedo mai a pensare che tipo di film farò, magari sono il solo al mondo, ma di fatto mi metto alla guida e faccio camminare la macchina. Hai a disposizione personaggi con un retaggio incredibile ma cerchi anche di fare qualcosa di nuovo, era una sfida creativa. Ci si chiede: cosa c’è nella storia? Qual è il punto? Come si relazionerebbe un nazista alla corsa alla luna? Questo rende nuova ogni prospettiva, e rivoluziona i personaggi”.

“Abbiamo dimostrato i punti di forza di Indy nel corso di quatto film – dichiara Ford – qui mostriamo le sue debolezze. E’ anziano, in ritiro, sta chiudendo la sua carriera accademica, da un punto di vista drammatico funziona perfettamente, e introduce il personaggio di Phoebe che stimola la trama. Il suo punto debole sono decisamente i segni del tempo. Si trova alla fine della sua vita. Sono soddisfatto perché è un film soddisfacente per il pubblico, abbiamo riportato Indiana Jones nelle loro vite con una storia fantastica, che li coinvolga e che rappresenti uno splendido addio”.

Ford si dimostra molto lucido e compassato rispetto al suo ruolo: “Il personaggio significa per me quello che significa per l’audience. Questo è il mio lavoro e questo è il contratto tra di noi. Cerco solo di fare il mio meglio per la storia, e anche se pensavo di conoscere il personaggio, che ho seguito per quarant’anni, c’era ancora qualcosa da scoprire. La cosa più importante è che la gente apprezza quello che abbiamo fatto. Come attore, seguo la lezione di Marlon Brando: ‘non può importartene troppo, o la gente se ne accorgerà’. Penso che si riferisca al successo. Non devi pensare al risultato, devi essere solo concentrato sull’essere lì”.

“Helena è sensibile – spiega Waller-Bridge – dinamica e ha un sacco di senso dell’umorismo. Penso che le sue debolezze e i suoi punti di forza coincidano. Non sa come chiedere aiuto, è piuttosto dura e poco empatica. Helena è la persona giusta per Indy in quel momento della vita, è un momento in cui la gente guarda al futuro, allo sbarco sulla luna. Indy invece è triste, e lei gli riporta un bel ricordo dal passato e la passione per l’avventura. Impara ad essere vulnerabile, capisce che anche quella è una cosa importante, e capisce che le importa di Indy, rinnova la loro relazione e la loro amicizia, è molto bello che ci sia questo contatto generazionale tra i due”.

“Non credo che il mio personaggio abbia debolezze – dice Mikkelsen – ma ovviamente è un personaggio molto preparato, ha studiato, e la sua grande esperienza lo rende forte e pragmatico. E’ la prima volta che interpreto un nazista, ho cercato di trovare cosa potesse umanizzarlo, perché ovviamente non potevo condividere il suo sogno, ma potevo cercare la sua passione, che non gli manca di certo. Il franchise è di quelli che ha generato generazioni di registi, io ovviamente da spettatore ho sempre voluto essere Indy o comunque stargli a fianco. Ho finito per interpretare il nazista, ma va bene comunque. Bisogna ricordarsi che un attore è un bugiardo professionista, ma non deve mentire”.

Qualcuno chiede a Mangold se questo film sia paragonabile a Logan, il suo film sul personaggio di Wolverine: “Sì, lo è. Quando mi sono messo a lavorare su film legati a grossi franchise ho pensato che non avrei voluto fare solo un capitolo tra i tanti ma delle storie che fossero focalizzate e integre, è un’idea forse un po’ desueta, ma credo che in entrambi i casi io mi sia chiesto soprattutto come raccontare una storia unica. Wolverine era una sorta di Frankenstein dove avrebbe potuto diventare un’arma o un reietto, ho cercato per lui la redenzione. Indiana Jones è invece un personaggio pieno di humour, carisma, con tutti quei riferimenti ai film d’avventura degli anni Trenta, qui ho usato i Settanta. Non possiamo negare l’evidenza: Indy è più vecchio, e ci siamo focalizzati sulla domanda: “cosa significa essere qualcuno che ha vissuto una vita così intensa e avventurosa, e trovarsi in una vita totalmente normale?”. E’ la storia di un tipo che parte per un’ultima corsa. E’ una storia di risveglio”.

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13 Giugno 2023

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