Arriva in sala l’intenso Barriere (Fences), interpretato da Denzel Washington, in corsa per quattro Oscar: miglior film, attore protagonista, attrice non protagonista a Viola Davis, già vincitrice per il ruolo del Golden globe, e miglior sceneggiatura. Una nomination, quest’ultima, postuma, per August Wilson, il grande drammaturgo afroamericano, autore anche della piece (con cui aveva vinto il suo secondo Pulitzer), scomparso, nel 2005, a soli 60 anni per un tumore.
Nel plot, un padre di famiglia di origini afroamericane, Troy Maxton, si ritrova a dover fronteggiare i problemi razziali dell’America degli anni ’50 mentre cerca di sbarcare il lunario, far crescere i figli e tenere unita la famiglia. Ex giocatore di baseball, lavora ora come spazzino ma suo figlio Cory sogna di poter coronare quello che un tempo era il sogno del padre: essere un campione sportivo. Per Washington, che di Oscar ne ha già vinti due come attore, su sei nomination, con Glory (1990) e Training Day (2002), stavolta il ritorno in gara con ‘Barriere’ che sarà nelle sale italiane dal 23 febbraio con Universal, è particolarmente importante. Aveva infatti già interpretato, sempre con Viola Davis, il testo nel 2010 a teatro, ed entrambi avevano vinto i premi Tony come migliori attori. Il dramma è stato scritto da Wilson nel 1983 come parte del suo ‘Ciclo di Pittsburgh’, 10 piece sulla vita quotidiana dell’America nera dal 1900 agli anni ’90.
Lo scrittore aveva sempre detto no ad adattamenti del suo lavoro che non fossero diretti da un regista afroamericano. Questa prima trasposizione cinematografica contribuisce insieme a film come Moonlight e Il diritto di contare, a dare più spazio agli Oscar, ad artisti appartenenti a minoranze, dopo le polemiche per l’edizione ‘troppo bianca’ del 2016. Uno stato di cose, quello degli ‘#oscarssowhite’, che Washington ha vissuto, ma ”non ci si può arrendere. Se cerchi una scusa per farlo, la trovi – ha detto a ’60 minutes’ -. Non si può vivere così, bisogna continuare a fare del proprio meglio”.
Nel film, ha spiegato nelle interviste, ”si parla di una famiglia americana ma i temi sono universali. A chi mi chiede cosa vorrei che il pubblico comprendesse della storia, rispondo che dipende dal bagaglio famigliare di ognuno. Denzel è un vero leader, uno uomo di fede e di grande integrità e credo che questo si veda nel suo lavoro” ha spiegato Viola Davis a proposito del lavoro con Washington.
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