In Congo con l’uomo che cura le donne

Il documentario di Thierry Michel ha come protagonista il dottor Mukwege che ha curato migliaia di donne violentate durante i 20 anni di conflitti nell’est della Repubblica democratica del Congo


Il vincitore del Premio Sakharov 2014, il dottor Mukwege è conosciuto a livello internazionale come l’uomo che ha curato migliaia di donne che sono state violentate durante i 20 anni di conflitti nell’est della Repubblica democratica del Congo, uno dei paesi più̀ poveri del pianeta, nonostante il suo ricchissimo sottosuolo. La sua storia è raccontata da The Man Who Mends Women (L’uomo che cura le donne) di Thierry Michel è in programma in anteprima assoluta al Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo-Immagini dalla Realtà, di cui CinecittàNews è media partner, che si svolgerà dall’11 al 13 dicembre a Milano. La proiezione è fissata per le 14.30 di venerdì 11 dicembre, primo giorno del Festival, nella Sala Tiglio.

La lotta senza fine del dottor Mukwege per porre fine alle atrocità̀ commesse e denunciare l’impunità di cui godono gli aggressori ha fatto che si che non fosse mai il benvenuto in quelle terre. Alla fine del 2012, il dottore è stato il bersaglio di un attentato alla sua vita ,dal quale è miracolosamente sopravvissuto. Minacciato di morte, questo medico con una storia eccezionale ora vive in clausura nel suo ospedale di Bukavu sotto la protezione delle forze di pace delle Nazioni Unite. Ma non è più solo nella sua lotta. le donne a cui ha restituito l’integrità̀ fisica e la dignità, combattono al suo fianco per la pace, affamate di giustizia. 

autore
09 Dicembre 2015

Visioni dal mondo 2015

Visioni dal mondo 2015

Gli esuli del terzo millennio

Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite alla fine del 2014 più di 59,5 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa di conflitti e crisi umanitarie, socio-politiche e ambientali.Tre quarti di questi rifugiati sono in una situazione di “esilio a lungo termine” senza alcuna prospettiva di ritorno a casa. Sono loro i protagonisti dei tre documentari - Esuli-Le guerre, Esuli-Tibet, Esuli-L'ambiente - diretti dalla regista Barbara Cupisti e presentati a Visioni dal mondo nell’Omaggio a Rai Cinema che li ha prodotti insieme a Clipper Media

Visioni dal mondo 2015

Milano: ‘Revelstoke. Un bacio nel vento’ vince il Festival del documentario

Al film di Nicola Moruzzi il Premio UniCredit Pavilion, a Redemption Song di Cristina Mantis il Premio Rai Cinema e a Pequeñas mentiras piadosas di Niccolò Bruna il Premio UniCredit Pavilion Giovani

Visioni dal mondo 2015

Fukushima: il nucleare non ha futuro

Il catastrofico tsunami del 2011 ha messo fuori uso la centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, dichiarata a prova di terremoto, con la conseguente dispersione e rilascio di materiali altamente radioattivi. Le stime dicono che ci vorranno 30 anni per mettere in sicurezza i reattori danneggiati. Tutto questo è narrato da Fukushima: A Nuclear Story, il documentario, in concorso a Visioni dal mondo, diretto da Matteo Gagliardi con protagonista Pio d’Emilia, giornalista e corrispondente Sky, che da più di 30 anni vive in Giappone. Il film su Sky Cinema Cult l’11 marzo

Visioni dal mondo 2015

Erik Gandini: la solitudine del modello svedese

Il regista di Videocracy porta fuori Concorso a Visioni dal mondo La teoria svedese dell’amore sulle crepe di una società conosciuta come un modello di progresso e costruita sull’autonomia. "All'inizio degli anni '70, con primo ministro Olof Palme, si teorizza che in futuro anziani, figli, donne non dovranno mai dipendere dai propri familiari. L’amore autentico può esistere solo tra due persone indipendenti l’una dall’altra. Lo Stato garantisce con la riforma delle pensioni e un sistema di sussidi. II risvolto? Il 50% degli svedesi vive solo, 1 su 4 nel momento della morte è solo", afferma Gandini


Ultimi aggiornamenti