Questi i titoli italiani presenti nelle varie sezioni di Locarno Film Festival in programma dall’1 all’11 agosto: Menocchio di Alberto Fasulo (Italia, Romania), Concorso internazionale; Likemeback di Leonardo Guerra Seràgnoli (Italia, Croazia), Concorso Cineasti del presente; Dulcinea di Luca Ferri, Signs of Life; Frase d’arme di Federico Di Corato (Italia, Francia), Pardi di domani; in Fuori Concorso My Home, in Lybia di Martina Melilli, Ora e sempre riprendiamoci la vita di Silvano Agosti e Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio (Italia, Croazia, Belgio); in Piazza Grande Un nemico che ti vuole bene di Denis Rabaglia (Italia, Svizzera) e L’ospite di Duccio Chiarini (Italia, Svizzera); Omaggio a Paolo e Vittorio Taviani, Good Morning Babilonia; Proiezione speciale, Vip, mio fratello superuomo di Bruno Bozzetto.
Menocchio di Alberto Fasulo (già regista di Rumore bianco, Tir, Genitori), in competizione nel Concorso internazionale, più che sulla vicenda biografica di Domenico Scandella, detto Menocchio, diminutivo popolare di Domenico (1532-1599), mugnaio friulano di Montreale Valcellina processato e giustiziato per eresia dall’Inquisizione, si concentra sul concetto della “verità e del coraggio di difenderla”. “Questo film – dice Fasulo – mi ha dato la possibilità di descrivere qualcuno che non ha tradito la propria visione del vivere quotidiano”.
Italia. Fine 1500. La Chiesa Cattolica Romana, sentendosi minacciata nella sua egemonia dalla Riforma Protestante, sferra la prima sistematica guerra ideologica di uno Stato per il controllo totale delle coscienze. Il nuovo confessionale, disegnato proprio in questi anni, si trasforma da luogo di consolazione delle anime a tribunale della mente. Ascoltare, spiare e denunciare il prossimo diventano pratiche obbligatorie, pena: la scomunica, il carcere o il rogo. Menocchio, vecchio, cocciuto mugnaio autodidatta di un piccolo villaggio sperduto fra i monti del Friuli, decide di ribellarsi. Ricercato per eresia, non dà ascolto alle suppliche di amici e famigliari e invece di fuggire o patteggiare, affronta il processo.Non è solo stanco di soprusi, abusi, tasse, ingiustizie. In quanto uomo, Menocchio è genuinamente convinto di essere uguale ai vescovi, agli inquisitori e persino al Papa, tanto che nel suo intimo spera, sente e crede di poterli riconvertire a un ideale di povertà e amore.
Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio viene presentato Fuori Concorso – Evento Speciale. Protagonista del film – distribuito da Ascent Film dal 20 settembre – è Ismail che, sfuggito alle persecuzioni in Afghanistan quando era ancora bambino, vive in Europa con il fratello Hassan. La madre, che non ha mai smesso di attendere notizie dei suoi figli, oggi non lo riconosce. Dopo diverse e inquiete telefonate, Ismail andrà incontro al destino della sua famiglia facendo i conti con l’insensatezza della guerra e con la storia del suo popolo, il popolo Hazara.
Likemeback di Leonardo Guerra Seràgnoli – in competizione nella sezione Cineasti del presente – ha per protagoniste tre giovani amiche – Angela Fontana (Indivisibili di De Angelis), Denise Tantucci (Braccialetti rossi di Campiotti) e Blu Yoshimi (Piuma di Johnson) – che festeggiano la fine del liceo con una vacanza in barca e condividono ogni momento sui social, inconsapevoli che questo cambierà le loro vite per sempre. Le musiche originali sono state affidate al compositore Alva Noto (The Revenant di A. G. Inarritu).
Sarà presentato nella sezione Piazza Grande L’ospite, opera seconda di Duccio Chiarini, con Daniele Parisi, Silvia D’Amico, Anna Bellato, Thony, Sergio Pierattini, Milvia Marigliano, Daniele Natali e Guglielmo Favilla. Il film, scritto da Duccio Chiarini, Roan Johnson, Davide Lantieri e Marco Pettenello, è stato sviluppato nei lab di scrittura Cinéfondation Résidence di Cannes e TorinoFilmLab, dove ha vinto il Production Award, oltre ad arrivare finalista al Premio Solinas per la migliore sceneggiatura. Nella colonna sonora del film è presente inoltre un brano originale di Brunori SAS.
Protagonista del film è Guido che pensava di avere una vita tranquilla fino a quando, in un pomeriggio d’inverno, un imprevisto sotto alle lenzuola non arriva a turbare la sua relazione con la fidanzata Chiara. Diretti in farmacia per comprare la pillola del giorno dopo, Guido le propone di non prenderla e Chiara si trova costretta a confessare i suoi recenti dubbi sul loro rapporto. È l’inizio della crisi e Guido è presto costretto a fare le valigie e ad andarsene di casa, ma per andare dove? Incapace di stare da solo, chiede ospitalità nelle case dei genitori e degli amici più cari trovandosi a naufragare da un divano all’altro nell’insolito ruolo di testimone delle loro vite e dei loro grovigli amorosi. In un vortice di emozioni che come sempre segue la rottura di un rapporto, Guido scopre con ironia che tutte le relazioni sono difficili a modo loro, a qualunque età. Dai divani sui quali sbarca passando di casa in casa assiste alle vite degli altri, si fa osservatore delle dinamiche di coppia che rendono ogni rapporto un po’ assurdo e difficile da capire, ma non per questo meno spettacolare e interessante da osservare.
Lili Hinstin entrerà in carica al 1° dicembre 2018, succedendo a Carlo Chatrian, che ha lasciato il Festival svizzero per assumere la direzione artistica della Berlinale. Nata a Parigi nel 1977, è stata responsabile delle attività cinematografiche dell’Accademia di Francia a Roma e vice direttrice artistica del Cinéma du Réel
È un noir ambientato a Singapore, nel mondo dell’edilizia, a guadagnarsi il premio più prestigioso. Un film che racconta con sguardo lucido l’inferno dei lavoratori senza diritti. E di abusi, si parla anche in M, di Yolande Zauberman pellicola a cui è andato il Premio Speciale della Giuria, un film durissimo incentrato sulle violenze pedofile che si consumano all’interno di una comunità di ebrei ultra ortodossi
L’attore e regista statunitense presenta in Piazza Grande, il suo nuovo film di regia contro l'intolleranza, Blaze: “Parlare della vita tormentata di Foley, significa anche affermare il valore della vita bohémienne, Vorrei che la bandiera americana tornasse ad essere il simbolo della libertà, l’emblema di un popolo che ha sempre odiato imposizioni e oppressioni"
In anteprima a Locarno, in Piazza Grande, Un nemico che ti vuole bene, di Denis Rabaglia. A presentarlo Sandra Milo, Roberto Ciufoli e Diego Abatantuono che dice: “Mi piacciono i film in cui si cerca l’ironia ma senza perdere di vista il realismo. In questo caso il tema centrale è proprio quello della solitudine dell’individuo di fronte ad una realtà che ti può sempre stupire, celando nemici fra gli amici e viceversa"