Arriva in Italia distribuito da Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema e presentato in anteprima a festival Le Voci dell’Inchiesta – Pordenone Docs Fest The Brink – Sull’orlo dell’abisso, ritratto di Steve Bannon, stratega di Donald Trump fino alla sua estromissione nell’estate del 2018 e ideologo della nuova destra estremista statunitense.
Diretto dalla regista Alison Klayman, il doc è stato campione di incassi negli Usa. Prodotto da Marie Therese Guirgis, ex collaboratrice di Bannon, presentato allo scorso Sundance Film Festival, il film segue l’ex stratega dal suo allontanamento dalla Casa Bianca fino al termine della sua campagna itinerante tra U.S.A ed Europa, e fa luce sui suoi sforzi per dare vita a The Movement, l’organizzazione creata per promuovere una politica sovranista e populista nel Vecchio e Nuovo Continente, al fine di unificare i partiti di estrema destra. Bannon, che proprio in questi giorni in Italia è al centro delle polemiche e delle proteste #BannOff per la trasformazione dell’antica Abbazia di Trisulti, nel Lazio, in un incubatore per futuri sovranisti europei, farà visita al nostro Paese – da lui considerato luogo nevralgico del neo populismo europeo – a fine marzo, in vista delle elezioni europee di maggio 2019.
Quando Steve Bannon lasciò la sua posizione di capo stratega della Casa Bianca meno di una settimana dopo lo “Unite the Right Rally” (noto anche come disordini di Charlottesville, manifestazione organizzata dai suprematisti bianchi nell’agosto 2017), era già una figura ben nota nella cerchia ristretta di Donald Trump per aver portato un’ideologia di estrema destra nelle più alte sfere della politica americana. Non vincolato da un incarico ufficiale – anche se alcuni dicono che abbia ancora una linea diretta con la Casa Bianca – si è sentito libero di utilizzare la sua influenza per trasformare il suo controverso movimento nazionalista in un movimento globale.
“Vedevo Steve dipinto come un genio del male, una mente magistrale, il cervello di Trump – ha spiegato la produttrice Guirgis – Gli era stato dato troppo credito e stava usando quell’immagine come strumento per mantenere e accrescere il suo potere, anche dopo essere stato allontanato dalla Casa Bianca. Steve non ha mai cambiato il modo di operare: è sempre stato un venditore. È un banchiere d’investimento. È sempre stato fermamente guidato dall’interesse personale e ha sempre utilizzato la sua forte personalità in situazioni che gli arrecassero vantaggio. Sapevo che Bannon aveva ottenuto un così grande potere proprio per l’attenzione e l’importanza che i media gli avevano riservato. Trovavo tutto ciò frustrante ed è per questo che ho voluto fare un documentario su di lui. Non solo perché avevo facile accesso alla sua persona, ma perché sentivo che il mondo non vedeva cose molto importanti su di lui e su persone come lui. Ho pensato che seguendolo per un lungo periodo di tempo avremmo potuto smascherarlo e che questo sarebbe stato un lavoro prezioso”.
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